La disdetta di un abbonamento non dovrebbe mai trasformarsi in un percorso a ostacoli. Eppure, per molti utenti Sky e NOW, recedere dai servizi della pay-tv si è rivelato più complicato del previsto. Ora però, dopo l’intervento dell’Antitrust, le cose cambieranno. Con il provvedimento n. 31530 del 15 aprile 2025, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha accettato gli impegni presentati da Sky Italia per rendere più semplice e trasparente il processo di disdetta, chiudendo un procedimento avviato per presunte pratiche commerciali scorrette. Le criticità rilevate dall’AGCM riguardavano soprattutto la mancanza di informazioni chiare e immediate sulle modalità di recesso. Sia sul sito ufficiale che nelle app mobili, le opzioni di disdetta risultavano poco visibili, e il percorso per arrivare al recesso era spesso costellato di pop-up promozionali e deviazioni che finivano per scoraggiare l’utente. Inoltre, le pagine sponsorizzate di Sky su Google indirizzavano gli utenti solo verso il canale telefonico, senza menzionare la possibilità di disdire in autonomia online – una scelta che l’Autorità ha ritenuto fuorviante e potenzialmente lesiva della libertà di scelta.
Per porre rimedio alla situazione, Sky ha presentato una serie di impegni vincolanti ossia: maggiore chiarezza nei risultati sponsorizzati sui motori di ricerca, specificando che la disdetta può avvenire anche senza operatore; link diretti a tutte le modalità di recesso, inclusa quella digitale, all’interno delle pagine dedicate; miglioramento dell’accessibilità e della visibilità delle opzioni di disdetta sulle app e sul sito ufficiale; eliminazione dei pop-up promozionali lungo il percorso di disattivazione, salvo quelli indispensabili per informare l’utente; introduzione di una nuova sezione nelle app (“Condizioni generali, modalità e costi della disdetta”) per una gestione più trasparente del contratto. Sky avrà ora 60 giorni per dimostrare all’AGCM l’attuazione completa degli impegni presi.
Il provvedimento dell’Antitrust si inserisce in una linea d’azione sempre più attenta alla tutela dei consumatori digitali. In un mercato dove il recesso è spesso reso complicato per trattenere i clienti il più a lungo possibile, garantire percorsi semplici e corretti è una questione di equilibrio tra diritti e concorrenza. L’intervento non si limita a colpire un comportamento scorretto, ma lancia un messaggio chiaro a tutto il settore: la libertà di scelta del consumatore deve essere reale, non solo teorica.