Paolo Borsellino diceva che chi ha paura muore due volte. La vita, piena e degna di essere vissuta, è quella all’insegna del coraggio. Nel privato, certo. Ma anche, o forse soprattutto nella professione. Quella giornalistica ancora di più. Nei tempi nostri, in cui il coraggio è merce rara, arriva una lezione (preziosissima) da un giornale. Uno di quelli “lontani” anche se racconta la vita di una grande città come Torino. Una testata locale, una di quelle che – passasse la linea aggressiva ventilata fino a qualche mese fa dalle istituzioni – dovrebbe rassegnarsi a tacere. Invece CronacaQui ha saputo dare una grande lezione su due fronti.
Il coraggio di intitolare, proprio a questo valore, un premio che la fondazione che edita il giornale ha deciso che andasse consegnato a un uomo che, di sicuro, non ne ha mai difettato. Sinisa Mihajlovic, oggi tecnico del Bologna, ha lottato come una tigre contro il male che avrebbe voluto ghermirlo. Lo ha fatto senza drammi, con la consapevolezza che il destino dell’uomo è quello di lottare. Come faceva lui da calciatore, su ogni pallone, su ogni zolla. Per un centimetro in più, come diceva quel film. Ma il coraggio, oltre che celebrato, va praticato. E così CronacaQui ha firmato uno scoop sensazionale. Ha scoperto, scartabellando carte processuali nell’ambito del procedimento per vilipendio alla magistratura, un decreto di condanna a carico del leader della Lega Matteo Salvini, per uno degli episodi più controversi e discussi della parabola politica del “capitano”: i famigerati cori razzisti contro i napoletani intonati a una vecchia festa di Pontida.
Il lavoro dei giornalisti è questo qui: andare, con coraggio, a cercare la verità. Additare, con lo stesso coraggio, gli esempi positivi, al di là di ogni partigianeria. Una grande lezione, ai detrattori, a coloro che continuano a sogghignare: “Il giornalismo è morto”, arriva dalla “provincia” della grande stampa italiana.
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