Sil Confesercenti: “Caro libri scolastici? Una fake news”

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I rincari del materiale scolastico? Una fake news secondo Sil Confesercenti che ha voluto stigmatizzare “la solita corsa al sensazionalismo” che “mette alla gogna un intero comparto economico”. Secondo il sindacato di librai e cartolibrai, le notizie e le analisi che parlano di stangata in vista del ritorno a scuola sarebbero esagerate e gli aumenti denunciati, semplicemente, non ci saranno.

Tutto ciò, ha spiegato Sil Confesercenti, perché il ministero della Cultura ha imposto un tetto di spesa che risale ormai al 2011 e che ha avuto, come effetto, quello di congelare i prezzi dei libri ai costi previsti nel 2014. Secondo il sindacato dietro ci potrebbe essere anche un’altra intenzione: “Ci preme mettere in guardia i consumatori da atteggiamenti consolidati, sostenuti anche da alcuni media, che spingono il pubblico ad allontanarsi dai negozi tradizionali”. Insomma, occhio che dietro i titoloni roboanti ci sarebbero gli interessi di chissà quali altri settori commerciali.

 

Sil Confesercenti, a riguardo, ha aggiunto: “Suggeriamo per i libri di testo di affidarsi al libraio e cartolibraio di zona, che offre un servizio puntuale e continuativo tutto l`anno e che è anche in grado di intercettare i tantissimi errori che sono presenti nelle liste ufficiali delle adozioni di libri. Anche per la cancelleria e il corredo, qualità, servizio ma anche convenienza si possono trovare solo nei negozi di vicinato, visto che assistiamo a prezzi fuori controllo soprattutto nei negozi non specializzati”.

 

Tuttavia va segnalato che l’aumento dei costi era stato denunciato anche dai presidi che hanno “aperto” all’editoria digitale. Una mossa che non potrà che scontentare i tanti negozianti e operatori librari che potrebbero subire il sorpasso digitale. Questo per quanto riguarda i libri. Per ciò che concerne il corredo, zaini e altro materiale, per Sil Confesercenti non c’è altro da aggiungere: i rincari sono in linea con l’inflazione e gli aumenti che stanno interessando buona parte dell’economia italiana.

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