SIDDI E MALINCONICO: “STATI GENERALI ANTI CRISI”

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Gli stati generali della carta stampata voluti dal presidente francese Sarkozy possono essere un metodo valido, davanti alla crisi, anche per l’editoria italiana. Ne sono convinti il presidente della Fieg Carlo Malinconico e il segretario della Fnsi Franco Siddi, intervenuti al dibattito organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera, e coordinato dal neo direttore Ferruccio de Bortoli al quale ha partecipato Bernard Spitz, coordinatore degli stati generali francesi e autore del Livre vert sulla stampa. “Dagli stati generali francesi – ha spiegato Siddi – è arrivata l’indicazione di un metodo. Non possiamo, davanti alla crisi, dare risposte di piccolo momento”. Necessario il riferimento allo stato di crisi di molti organi di informazione: “C’é un crisi – ha spiegato il segretario della Fnsi – che si sta abbattendo sull’occupazione per cui ora siamo intervenuti per garantire una protezione sociale ai giornalisti che rischiano di perdere il lavoro ma è chiaro che abbiamo bisogno di un quadro di riferimento più ampio”. La crisi della carta stampata, secondo Siddi, riguarda però anche il modo di fare i giornali: “Dobbiamo interrogarci su quali giornali dobbiamo fare se vogliamo continuare a interessare i lettori e il contratto di lavoro è stato fatto anche per questo. E’ una sfida che mette in discussione alcuni elementi certi e noi dobbiamo cercare di determinarne nuovi”. Il presidente della Fieg Carlo Malinconico ha sottolineato “lo sforzo enorme” delle parti sociali (editori e sindacato) per affrontare una crisi grave: “Serve però da parte del governo un quadro di riferimento più preciso”. A questo proposito ha ricordato anche il disegno di legge Alfano che attribuisce responsabilità all’editore per la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche: “Si introducono solo elementi di contenzioso”. Secondo Malinconico un intervento dovrebbe essere fatto anche in ambito pubblicitario rispettando la legge secondo la quale il 60% della pubblicità istituzionale deve essere garantita ai giornali. Sul multimediale è stato chiaro: “Non deve essere un mezzo per saccheggiare l’attività giornalistica”.

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