SI ACCENDE IL DIBATTITO SUL DIRITTO D’AUTORE: DI PIETRO CONTRO ANICA-APT. MA L’AGCOM CON CHI STA?

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Si accende il dibattito sulla disciplina che l’Agcom sta mettendo a punto riguardo al diritto d’autore su Internet. Il testo sottoposto a consultazione pubblica (delibera 668/10/CONS) com’era prevedibile, piace molto all’Associazione dell’industria cinematografica e all’Associazione dei produttori indipendenti che hanno dichiarato: «La rete oggi è uno degli strumenti del mercato; domani sarà il principale strumento del mercato. Sul mercato si scambiano servizi e beni, materiali e immateriali. Tutti si scambiano ad un prezzo, fondato sul diritto di proprietà. Non esiste alcun principio ed alcuna logica per non applicare questo criterio alle opere dell’ingegno, fra cui i film, la musica, i libri. Modificare sostanzialmente il diritto d’autore equivale a negare la proprietà intellettuale».
Su posizioni diametralmente opposte si trova il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, noto difensore di ogni forma di libera espressione su Internet. «Non c’é dubbio che il diritto d’autore debba essere tutelato, ma non per questo si può permettere che venga bloccata la libera circolazione delle idee in Rete. La delibera 668/2010 dell’Agcom, invece, è la premessa per una censura del web che non ha paragoni con quello che accade negli altri paesi occidentali», lo scrive Di Pietro, in un post pubblicato sul sito www.italiadeivalori.it. «Già il primo dicembre 2010 – continua Di Pietro – avevo chiesto al Ministro Romani, con un’interrogazione a risposta immediata, di spiegare quali fossero i presupposti per questa norma. Norma che, per via amministrativa (e non legislativa), permette all’Agcom di emanare un decreto sul diritto d’autore che introduce la possibilità di inibire completamente la visibilità e l’accesso a siti posti anche fuori dal territorio italiano e di rimuovere in modo automatico censurando contenuti anche solo sospettati di violare le norme sul copyright. Ritengo altamente pericoloso e ingiustificato l’oscuramento dei siti senza passare attraverso l’autorità giudiziaria».
Ieri, l’Agcom ha dichiarato, attraverso l’agenzia Ansa, che «qualsiasi provvedimento in materia di tutela del copyright sarà adottato dopo un procedimento caratterizzato dalla più ampia e interattiva consultazione e dalla massima trasparenza e sarà aperto ai contributi costruttivi di chiunque persegua una linea di disponibilità al democratico confronto». Speriamo che sia la verità e che, alla fine, non vengano prese in considerazione solo le posizioni di chi ha interesse a trasformare internet in un “mercato” delle opere dell’ingegno come Siae, Univideo, Fimi, Anica e Apt.
Massimo De Bellis

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