Editoria

Se Il Messaggero di Sant’Antonio manda a casa i giornalisti a Natale

A Padova salta la trattativa tra i frati e i giornalisti, e il Messaggero di Sant’Antonio manda a casa i redattori proprio alla vigilia del Natale.

La Fnsi, insieme al Sindacato giornalisti Veneto, alza la voce e tuona: “I frati non possono pensare di chiudere la redazione, licenziare i giornalisti e continuare a pubblicare la rivista cattolica forse più famosa al mondo”. A far infuriare le parti sociali è stata la condotta dell’editore, legata ai Frati, che, secondo Fnsi e Sgv, “senza scrupolo alcuno ha tolto dal tavolo convocato per fare il punto sul contratto di solidarietà attivato da un anno, qualsiasi margine di trattative. Una decisione intollerabile nei modi e nel merito – spiegano – a fronte di violazioni contrattuali fra cui il rifiuto di esibire il bilancio”.

Attorno al bilancio ruota gran parte della questione: “Le perdite economiche, sempre comunicate a voce e sennza mai un’analisi puntuale di costi e ricavi, non possono comunque giustificare un tale atteggiamento che fa strame della dignità, ancor prima che professionale dei lavoratori”.

I giornalisti del Messaggero di Sant’Antonio, che intanto hanno “occupato” la sede del giornale, sono in sciopero. E hanno affidato a una lunga nota la loro posizione. “Increduli e feriti per l’inaudita violenza subita, un attacco alla nostra dignità umana e professionale che ci lascia stupefatti, per modalità e contenuti. Un fulmine a ciel sereno dopo un intero anno di solidarietà già vissuta dal corpo giornalistico”.

E non basta: “La redazione condanna con fermezza questa presa di posizione unilaterale, alla vigilia di Natale, alla vigilia del restyling grafico del giornale il cui lancio era previsto nel gennaio 2019 e proprio nel 120esimo anno di pubblicazione della rivista. Non sono stati offerti piani alternativi, non è stato offerto alcun rilancio della rivista, alla rappresentanza sindacale non è mai stato dato in mano un bilancio, non sono state offerte forme di dialogo, non è stato mostrato rispetto alcuno per la competenza e passione sempre profuse nella realizzazione di un’ottima rivista conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, diffusa in 270mila copie in abbonamento solo in Italia oltre che sul web, senza contare le copie del Messaggero dei ragazzi, del Messaggero di sant’Antonio edizione italiana all’estero e poi delle edizioni in varie lingue che vengono spedite in 160 Paesi”.

Pertanto la posizione dei giornalisti è netta: “A fronte di questa preoccupante opacità e di scelte così fuori da ogni decenza, non degne di una struttura francescana, i giornalisti del Messaggero di sant’Antonio proclamano uno sciopero a oltranza per la tutela della loro dignità e dei posti di lavoro fino a quando l’azienda non riprenderà un dialogo costruttivo, a tutela della dignità professionale e umana di tutti, per uscire insieme da una pagina tra le più tragiche e vergognose che questa realtà abbia mai vissuto”.

Redazione CCE

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