Se il giornalismo è precario, il pluralismo diventa una chimera e la democrazia è in pericolo. Ne è convinto il segretario della Federazione nazionale della Stampa italiana Raffaele Lorusso secondo cui è necessario intervenire, in maniera sempre più decisa e incisiva, sul grande problema che vive l’informazione italiana da troppi anni a questa parte. Il segretario generale, intervenuto a Palermo al 34esimo congresso dell’associazione della Stampa siciliana, era insieme alla presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni e il presidente e il vicepresidente vicario di Casagit, Gianfranco Giuliani e Gianfranco Summo.
Lorusso ha tuonato: “Un tema che rappresenta una battaglia da sempre portata avanti dal sindacato, sia per quanto riguarda la lotta allo sfruttamento, sia per il contrasto alla riduzione del perimetro dei diritti dei colleghi. La contrazione dei livelli occupazionali e il dilagare del precariato rappresentano un evidente rischio per il pluralismo e per la tenuta stessa delle istituzioni democratiche”. Il giornalismo povero e precario non potrà far granché per assicurare la tenuta della democrazia e l’applicazione concreta del dettato costituzionale.
L’intervento di Lorusso è stato presentato da quello di Roberto Leone vicesegretario vicario di Assostampa Sicilia: “Noi giornalisti dobbiamo studiare, rinnovarci e avere le giuste competenze, ma per fare questo dobbiamo essere in grado di mantenerci economicamente, non è possibile lavorare in queste condizioni”.
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