Scintille tra Toti e il Secolo XIX: tutta colpa del “pesto”

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Scintille tra Giovanni Toti e il Secolo XIX. Il governatore della Liguria attacca la scelta di tirare in ballo il pesto, prodotto tipico locale, per stigmatizzare l’iniziativa del “mortaio” galleggiante sul Tamigi. Il comitato di redazione gli risponde a tono: “Dovrebbe sapere che nessuno può dire cosa e come pubblicare le notizie a un giornale”.

A innescare la polemica è stata la prima pagina del giornale che riporta la foto dell’iniziativa pubblicitaria che ha portato su una chiatta di Londra l’immagine di un gigantesco mortaio di pesto. Si tratta di una scelta per pubblicizzare, all’estero, la Liguria e il suo territorio. Una decisione che però non è piaciuta a Oliviero Toscani che ha duramente condannato l’iniziativa scrivendone proprio sul giornale ligure per eccellenza. Toti, però, ha criticato il Secolo XIX già dalla scelta del titolo, perché oserebbe “attaccare” uno dei prodotti gastronomici più amati e popolari tipici del territorio.

Sui social, Giovanni Toti ha tuonato: “Tra mille titoli che il Secolo XIX poteva scegliere per la sua prima pagina, ha optato per il più negativo: ‘Il pesto che non va giù’. Ma come? Proprio il giornale che dovrebbe rappresentare la Liguria, tifare per la Liguria, credere nei prodotti e nei produttori della Liguria, con un mal riuscito calembour dichiara che il pesto gli resta indigesto”.

Quindi ha proseguito: “La salsa più conosciuta al mondo, il simbolo della dieta mediterranea, dell’equilibrio alimentare, dei prodotti più genuini della nostra terra, al titolista e al direttore del Secolo evidentemente proprio non va giù! E per dirlo si affida come editorialista da prima all’ineffabile Oliviero Toscani. Già, proprio quel personaggio che nel recente passato aveva già espresso tutto il suo amore per la nostra terra quando sulla tragedia del Morandi aveva detto: “A chi interessa che caschi un ponte”. Per questo fu cacciato addirittura da Benetton, trovando evidentemente un nuovo posto da editorialista del Secolo, unico tra i pareri citati in prima pagina”.

Toti incalza: “Dove peraltro ci accusa di tirchieria dicendo che avremmo dovuto usare un salvadanaio come simbolo dei liguri. Ma francamente, dopo il giudizio sul ponte, quello sul pesto non ci stupisce. Comunque che una iniziativa di marketing faccia discutere, già di per sé è un successo. E un giornale fa bene a riportare ogni opinione. Meno piacere fa leggere che proprio il quotidiano della Liguria parteggi smaccatamente, con la sua prima pagina, per coloro a cui il pesto risulta indigesto”. Infine ha concluso: “Pazienza, noi continueremo a digerire anche quei titoli che non ci “vanno giù”, convinti, come siamo, di lavorare per la crescita della nostra terra. E forti dei numeri che ci sostengono. Forse non tutti possono vantare esattamente gli stessi numeri. In effetti, credo siano di più i liguri che digeriscono il pesto, anche con tanto aglio, rispetto a qualche giornale locale”.

Le parole del governatore non sono piaciute ai giornalisti liguri. Che hanno replicato, duramente, tramite una nota del loro comitato di redazione: “Il Comitato di redazione del Secolo XIX esprime stupore per le recenti esternazioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che ha criticato la prima pagina del giornale di oggi perché, evidentemente, quanto scritto in merito all’iniziativa del “mortaio sul Tamigi” non è stato di suo gradimento. Spiace ricordare al presidente (che è giornalista professionista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal 2006), che nessuno può dire in che modo e con quali titoli le notizie debbano essere pubblicate dagli organi di stampa”.

Ma non basta: “Allo stesso tempo, ricordiamo al presidente e giornalista Giovanni Toti che, quello che lui definisce un editoriale, è invece una normale dichiarazione (come tante altre) inserita all’interno di un articolo che riporta opinioni differenti sull’argomento da parte di personalità qualificate, semplicemente facendo cronaca tra chi ha apprezzato l’iniziativa della Regione Liguria a Londra e chi ha voluto invece contestarla. Proprio su quest’ultimo punto – incalzano i giornalisti – , visto i quasi 20 anni di iscrizione all’Albo dei Giornalisti, pensavamo che il presidente potesse non prendere un granchio del genere scambiando, per l’appunto, una normale dichiarazione con un editoriale”.

Il comunicato si conclude ricordando “a Toti, al quale auguriamo buon lavoro e buon rientro dalla trasferta di Londra, che non sarà certo lui – come nessuno altro esponente politico di qualsiasi partito – a dire quali notizie e in che modo debbano essere pubblicate dal Secolo XIX, il giornale che è la voce di Genova e della Liguria dal 1886”.

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