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LA REPLICA DELL’AZIENDA – “In riferimento a quanto riportato da alcuni organi di informazione in merito allo stato di crisi dell’emittente Sardegna1 Tv, si tiene a precisare alcune informazioni che paiono fuorvianti rispetto alla comprensione delle reali problematiche legate allo stato di crisi in cui versa l’azienda. Si precisa infatti che, mai la società è risultata assente rispetto al disagio dei lavoratori ed alle richieste del sindacato. L’attuale proprietà si è sempre mostrata aperta ad un dialogo costruttivo e all’individuazione di qualunque soluzione potesse addivenire al recupero dei molti crediti maturati e non ancora erogati specie dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si è inoltre espresso, con ampia ed inequivocabile chiarezza, l’auspicio che il ritardo di 30 giorni nel pagamento della mensilità di agosto 2013 e il pagamento dello stipendio di Settembre, la cui scadenza è avvenuta in data odierna, potesse essere recuperato in tempi brevissimi, anche grazie all’erogazione in corso di una parte dei crediti sopracitati.
Per quanto riguarda la XIII mensilità 2012, la XIV mensilità del 2013 l’azienda ha più volte confermato che le stesse verranno pagate il prima possibile. A nulla sembrano valse anche queste rassicurazioni. L’indicazione dunque, di “quattro mesi senza stipendio” è quanto meno inesatta, infatti gli stipendi da gennaio a luglio 2013 sono stati regolarmente pagati. La specifica pare non un puntiglio sintattico, ma una necessaria precisazione al solo fine di una maggiore comprensione del reale stato di disagio dei lavoratori e dell’azienda; ma anche in virtù di una visione negativa di un’emittente televisiva che si propone commercialmente sul mercato editoriale, specie in questo esordio della nuova proprietà. A questo riguardo, l’azienda ha risposto ad ogni perplessità sottoposta ed ha presentato lo stato di difficoltà ereditato dai nuovi editori che si sono mostrati aperti e disponibili anche ad affiancare i lavoratori nella richiesta di un aiuto da parte della Politica, perché si facesse pressione congiunta sul Governo Nazionale in materia di puntualità dei pagamenti. Qualunque altra posizione o interpretazione pare essere volutamente forzata e strumentale, rivolta a fini diversi dal benessere dell’azienda.
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