“Ieri ha scritto per protestare contro alcuni nostri articoli che secondo lui “amplifi cavano all’ estremo una assoluzione definitiva”, quella di un imprenditore delle Coop. Capisco il suo punto di vista: la legge del giornalismo dice che si amplificano gli arresti (il Fatto pubblicò con gran clamore l’ arresto di quell’imprenditore) ma poi se finisce tutto con una assoluzione definitiva ci vuole un po’ di sobrietà, di stile. Due righe bastano”.
Il direttore del Riformista Piero Sansonetti rinfocola la polemica contro Marco Travaglio e il terreno dello scontro, ancora una volta, è quello dei valori del garantismo da difendere rispetto alla sete giustizialista. La questione, stavolta, è ancora un’altra e riguarda da vicino Alfredo Romeo, l’imprenditore napoletano editore del giornale diretto proprio da Sansonetti. Che ha spiegato a Travaglio che Romeo, di cui ora scrive peste e corna, glielo ha presentato proprio lui.
Ecco come è andata: “Vi dico come ho conosciuto Romeo. Qualche anno fa lessi una sua bellissima intervista sul Fatto Quotidiano. Realizzata e firmata da Marco Travaglio. Due pagine intere. Molto interessanti. Nelle quali Romeo spiegava al direttore del giornale i principi del garantismo e rispondeva con grande saggezza e competenza a domande su come si dovrebbe riformare la giustizia. Travaglio non contestava i suoi argomenti, sembrava addirittura si fosse convinto”.
E quindi svela: “Leggendo quell’intervista pensai che Romeo la pensava proprio come me. E poco più di un anno fa, avendo in mente di fare un giornale garantista, lo andai a cercare, gli feci i complimenti per l’ intervista e nacque così la nostra amicizia e la decisione di rifondare il Riformista. Vedi alle volte come vanno le cose…”.
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