Riforma Rai, spunta il “Comitato con funzioni di controllo e sorveglianza”

Un emendamento al ddl di riforma della Rai prevede l’istituzione di un comitato, composto dal presidente del cda e da due consiglieri, per svolgere funzioni di controllo e sorveglianza sugli indirizzi programmatici dell’azienda

Resta il no al sistema duale chiesto tra gli altri dalla sinistra Pd e da Sel e già scartato dal premier, ma dal Pd arrivano aperture su un maggior equilibrio di poteri tra consiglio di amministrazione e amministratore delegato. Un emendamento al ddl di riforma della Rai in discussione in Commissione Lavori Pubblici del Senato, a firma dei relatori Raffaele Ranucci e Enrico Buemi, prevede l’istituzione del Comitato di cultura, composto dal presidente del cda e due consiglieri, che svolge “funzioni di controllo e di sorveglianza sulle linee e gli indirizzi programmatici, garantendo il rispetto del pluralismo”. L’emendamento, frutto di un accordo tra i relatori, difficilmente soddisferà la minoranza Pd e la sinistra, ma potrebbe andare incontro alle richieste di Forza Italia, che chiede un bilanciamento tra ad e cda, soprattutto in tema di pluralismo e nomine, per dare il proprio ok. Un accordo con i berlusconiani garantirebbe un percorso celere e meno accidentato per la riforma, soprattutto in Senato dove i numeri per il governo sono risicati. Un’intesa, secondo alcune indiscrezioni che circolano a Palazzo Madama, sarebbe già stata trovata e prevedrebbe uno slittamento del via libera definitivo a dopo l’estate e il rinnovo dei vertici non con la legge Gasparri, ma con la nuova normativa. I tempi dipenderanno dall’andamento delle altre riforme in discussione. Gli emendamenti non andranno comunque in votazione in Commissione prima della prossima settimana, quando arriverà il parere della Commissione Bilancio, e difficilmente il testo arriverà in aula prima dell’inizio di luglio. A sinistra del Pd temono che un cammino più lento necessario ad apportare le modifiche alla ‘Buona scuola’ e un possibile rinvio sulle riforme costituzionali finiscano con il lasciare aperta una corsia preferenziale per la riforma Rai e che un iter veloce impedisca la discussione. “Era decisamente più pluralista la Gasparri, nel ddl del governo l’esecutivo ha una presenza straripante – ha affermato Nicola Fratoianni alla conferenza stampa di presentazione degli emendamenti di Sel -. La nostra proposta va nella direzione opposta e ci auguriamo che ci sia disponibilità alla discussione”. Sel, come M5S e Lega Nord, ha riproposto negli emendamenti i contenuti dei disegni di legge presentati nei mesi scorsi. Lo stesso ha fatto la sinistra Dem, chiedendo l’introduzione del sistema duale con un consiglio di sorveglianza e uno di gestione. Dalla maggioranza Pd, oltre che dai relatori, arrivano invece diversi ritocchi alla normativa. A partire dalle norme su confitto di interessi e incompatibilità dei membri del cda e dell’amministratore delegato; previsioni più puntuali sulle modalità di elezione del membro del cda eletto dall’assemblea dei dipendenti, che deve essere titolare di un rapporto di lavoro subordinato da almeno tre anni; il rispetto dell’alternanza di genere e il ricorso a professionalità distinte in cda. Tra gli emendamenti che più facilmente vedranno la luce anche la norma secondo cui è il cda a determinare il compenso dell’ad e l’indennità; l’applicazione alla Rai, dove non diversamente previsto, della disciplina del codice civile per le società per azioni; l’esclusione di alcuni contratti dalla disciplina del codice dei contratti pubblici; in materia di canone, l’obbligo per il governo di garantire l’indipendenza economica e finanziaria della Rai.

fonte: www.francoabruzzo.it

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