Riforma dell’editoria, la Ragioneria dello Stato chiede una modifica

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Martedì 12 si aprirà la discussione al Senato per l’approvazione della riforma dell’editoria, ma la Ragioneria dello Stato chiede un’integrazione al testo: bisogna “permettere che le risorse confluiscano nel Fondo per il pluralismo dell’informazione”

Ci siamo quasi, martedì 12 luglio si aprirà il dibattito al Senato sulla proposta di legge per la riforma dell’editoria. La Fnsi ha dato il via a una mobilitazione per informare addetti ai lavori, politici e istituzioni dell’importanza della materia in discussione e molte realtà del giornalismo e dell’editoria locale hanno aderito in tutta Italia.

Anche la Ragioneria dello Stato ha detto la sua e vuole aggiungere un’integrazione al testo di legge. In particolare, è stato evidenziato, occorre “prevedere un Regolamento che stabilisca i beneficiari, i requisiti di ammissione, le modalità, i termini e le procedure per l’erogazione di un contributo per il sostegno delle spese sostenute per l’utilizzo di servizi di telefonia e connessione a internet in luogo delle riduzioni tariffarie per le imprese editoriali”.

La richiesta di modifica, ha spiegato ancora la Rgs, risponde a una precisa esigenza: permettere che le risorse confluiscano nel Fondo per il pluralismo dell’informazione. In questo senso, il Regolamento stesso andrebbe ad “abrogare tutte le norme incompatibili con le nuove disposizioni”.

La Ragioneria dello Stato, in sostanza, ritiene che sia necessario rivedere la disciplina relativa alle agevolazioni sulle tariffe telefoniche. In particolare bisognerebbe trasformare la misura da “rimborso liquidato al gestore telefonico” a “contributo corrisposto direttamente all’impresa editoriale”. A questo punto, conclude la Rgs, si dovrebbe porre un tetto di spesa al godimento delle agevolazioni.

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