Rientrata in patria la giornalista francese espulsa dalla Cina

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La corrispondente in Cina del settimanale francese L’Obs, Ursula Gauthier, espulsa `de facto´ dal Paese a causa di un articolo sgradito alle autorità cinesi, ha giudicato il provvedimento nei suoi confronti «assurdo e incomprensibile» arrivando a Parigi. «È stato un mese e mezzo di circo incredibile», ha dichiarato al suo arrivo all’aeroporto parigino di Roissy Charles-de-Gaulle. «Tutto questo per un articolo che analizza una situazione, un articolo già fatto da tutti gli altri media del mondo», ha aggiunto, «Non si deve estromettere un giornalista che ha soltanto fatto il suo lavoro, che ha soltanto scritto un articolo, che conosce la situazione, io sono andata sul posto, ho fatto reportage, ho incontrato specialisti dello Xinjiang» (nordovest della Cina), ha dichiarato. «In precedenza, in tutti i casi dove i giornalisti hanno avuto dei problemi, all’ultimo momento il 31 dicembre è stata rinnovata la loro carta, ma evidentemente c’erano state troppe dichiarazioni pubbliche, non è stato possibile tornare indietro» per i cinesi, ha proseguito Ursula Gauthier, «Continuerò a scrivere sulla Cina». La corrispondante de L’Obs era partita da Pechino alla volta di Parigi nella notte tra giovedì e venerdì. Ursula Gauthier avrebbe dovuto lasciare il territorio cinese al più tardi il 31 dicembre, visto che le autorità locali avevano deciso che il visto non le sarebbe stato rinnovato. È accusata di aver difeso «in modo palese» atti terroristici in un articolo e di aver provocato «l’indignazione della popolazione cinese».

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