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Repubblica bacchetta Letta sul suo bancomat

Letta viene duramente ripreso da Repubblica. Il Governo, infatti, si è dimenticato di prorogare il divieto di acquisizione di giornali da parte delle emittenti radiotelevisive. In altri termini, a partire dal primo gennaio del 2014 Mediaset potrebbe acquistare quote di giornali quotidiani; poco conta che a seguito della nota vicenda giudiziaria del lodo Mondadori il biscione sia stato dissanguato proprio dall’editore di Repubblica e che l’impressione è che in casa Mediaset manchi la liquidità per andare avanti, altro che comprare giornali, tra l’altro tutti in profondo rosso. Il tono del durissimo attacco di Giovanni Valentini è il solito, la consueta lezione di democrazia contro quello che una volta era l’avversario da distruggere,  ora che il sogno è stato realizzato, rimane un uomo, cito testualmente il rpofondo intellettuale , da mandare a pulire i cessi. Letta, dopo la tirata d’orecchie, correrà ai ripari per porre rimedio a cotanta dimenticanza; come se una proroga fosse un atto dovuto e non una scelta da adottare sulla base di un dibattito parlamentare; e come se dal 1990 ad oggi nulla fosse cambiato: l’avvento di Internet, il satellite, il digitale terrestre, l’lcn, skygo, la connessione in mobilità, tutto immutato rispetto al 1990, e, sopratutto, ad un problema che ha un nome ed un cognome, Silvio Berlusconi, leader immarcescibile di un partito politico, anche qui parole testuali prese dalla lezione quotidiana dei maestri di democrazia di Repubblica. E sapete come termina l’articolo? La proroga serve per  “mettere mano a una riforma complessiva che assicuri finalmente il pluralismo dell’informazione e la libera concorrenza”. L’Italia che cambia verso un nuovo futuro.

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