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Relazione annuale Agcom. Buoni risultati per le tv locali in termini di ascolto medio

Lo scorso 11 luglio si è svolta, presso la Camera dei Deputati, la relazione annuale 2017 dell’Agcom sull’attività svolta e sui programmi di lavoro. Diversi sono gli elementi di interesse, anche con riferimento al settore dell’emittenza locale. Quotidiani e periodici – si legge nella relazione Agcom – rappresentano il mezzo in cui si concentra la produzione di informazione (circa il 42% di giornalisti e lavoratori del settore), seguito, subito dopo, da televisione e radio (circa il 28%). La relazione sottolinea, poi, che – come noto a chi opera nel settore – l’occupazione dei giornalisti tv e radio sul territorio, vede la presenza di emittenti televisive e radiofoniche locali con una radicata storia e vocazione territoriale. Il settore radiofonico, evidenzia poi la relazione, resta un mercato plurale e molto articolato, grazie anche alla vivacità del settore locale. La relazione sottolinea, inoltre, che, dal punto di vista dei ricavi, il settore (televisivo) sembra aver assorbito i colpi della crisi congiunturale degli anni passati e manifesta segni di tenuta e ripresa. Fenomeni che interessano, tuttavia, il solo mercato nazionale (che rimane, però, molto concentrato, con oltre l’80% dei ricavi totali della televisione in chiaro stabilmente detenuto dai gruppi RAI e Fininvest/Mediaset e il 77% di quelli della pay tv in mano a 21st Century Fox/Sky Italia). La televisione locale – evidenzia poi la relazione – con alcune felici eccezioni in ambito regionale, registra un maggior declino, anche per effetto del progressivo assottigliarsi del sostegno pubblico.
Sul tema della radiofonia, la relazione dell’Agcom sottolinea come non vi sia – a differenza del settore televisivo – una concentrazione delle risorse così spinta. L’Agcom evidenzia, inoltre, che “in alcuni ambiti geografici, le emittenti locali ottengono ascolti pari o addirittura maggiori a quelli delle radio nazionali. Del resto, la copertura del territorio nazionale è garantita da un elevatissimo numero di emittenti locali, tanto che in alcune Province i canali radiofonici ricevibili dai radioascoltatori sono pari a circa 70”.

Redazione CCE

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