RCS, Fiat primo azionista al 20%. Resta l’incognita Della Valle. Ultime ore per la cessione dei periodici

0
941
John Elkann, presidente della Fiat
John Elkann, presidente della Fiat

Rivoluzione in casa Rcs: Fiat acquista i diritti del gruppo e ne diventa primo azionista con il 20% del nuovo capitale sociale. Rilevati nell’ultimo giorno di negoziazione 10,7 milioni di diritti ad un prezzo vicino allo zero. Sarà dunque John Elkann, presidente del Lingotto e anche consigliere di News Corporation, a guidare il nuovo patto. Mentre gli azionisti sciolgono gli ultimi dubbi, resta l’incognita Della Valle. Ancora da risolvere la vendita dei periodici. Il tempo limite, il 30 giugno, è arrivato.
Ma procediamo con ordine.
La società presieduta da John Elkann avrà il 20% del nuovo capitale sociale di Rcs, società che edita i quotidiani Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Nell’ultimo giorno di negoziazione dei diritti di opzione (28 giugno) il Lingotto ha acquistato altri 10,7 milioni di diritti che, se sottoscritti (e quindi non rivenduti, ipotesi questa trascurabile visto che è scaduto il termine per la negoziazione), si “trasformeranno” in 32 milioni di nuove azioni ordinarie. Fiat ha tempo fino al 5 luglio (termine della ricapitalizzazione) per esercitare i suddetti diritti.
Ecco che alla fine dell’aumento la società torinese passerà dall’attuale 10,5% al 20,135%. «Anche la nuova quota – ha precisato la società – sarà soggetta ai termini e alle condizioni del patto [che ha la sua naturale scadenza nel 2014, ma che potrebbe essere sciolto prima, ndr].
Bisogna ricordare che l’azienda di Torino aveva già assicurato la copertura della sua quota. Con l’aggiunta di un 2,8% di diritti inoptati (pari a circa 9 milioni di azioni ordinarie) all’interno del patto.
In un solo balzo Fiat ha scavalcato Mediobanca. L’istituto presieduto da Renato Pagliaro era il primo socio del patto con il 14,9% delle quote. Ma ora dovrà cedere il primato dell’accordo parasociale. Il quale, con l’aumento del peso azionario della Fiat, potrebbe arrivare a vincolare oltre il 61% del capitale sociale (ora al 58%).
Con le acquisizioni della Fiat si è conclusa ieri la negoziazione dei diritti di opzione. I quali hanno perso un ulteriore 97%, portandosi a valori minimali vicini allo zero. E anche le azioni ordinarie hanno perso il 7,4%, quotandosi a 1,37 euro.
Ieri il Banco Popolare ha sottoscritto la sua minimale partecipazione (0,01%). L’istituto ha riscattato 78 mila diritti. Precisiamo che si tratta di una quota estranea al 3,3%. La quale è oggetto di una opzione di vendita entro il febbraio del 2014 da parte di Giuseppe Rotelli. Il quale (venuto a mancare) ha venduto tutti i suoi diritti sul mercato.
La Sinpar ha partecipato all’aumento ricattando solo in parte il suo attuale 2%. A fine operazione si ritroverà “diluita” (come tutti i soci che non ricapitalizzeranno o che lo faranno in parte) al 1,25%.
A questo punto l’unica incognita è rappresentata da Diego Della Valle. L’imprenditore marchigiano, unico a votare “no” alla ricapitalizzazione, è anche disposto ad investire in Rcs. Ma a patto che gli altri soci decidano di cambiare il piano industriale ed editoriale messo a punto dall’ad Pietro Scott Jovane e dal presidente Angelo Provasoli. Tuttavia, questa eventualità sembra poco probabile. In effetti è scaduto il termine per l’acquisto dei diritti di opzione. E mancano pochi giorni dalla fine della operazione di aumento.
Chi , invece, vede di buon occhio il piano dell’attuale dirigenza è proprio Elkann. Ma non si può escludere che il presidente della Fiat abbia già in mente un piano “integrativo” da integrare con quello di Jovane e Provasoli. Qualcuno ha ipotizzato anche una fusione (al momento solo vagamente futuribile) del Corriere della sera con La Stampa, quotidiano (che sarebbe anche in vendita) controllato dal gruppo torinese. Intanto già le due testate potrebbero anche unire le loro concessionarie pubblicitarie.
C’è però anche un altro aspetto da considerare. Elkann, infatti, siede già nel cda di News Corporation, colosso editoriale di Rupert Murdoch. Ma anche nel consiglio dell’Economist. L’erede della famiglia Agnelli vorrà forse aprire la strada ad una partecipazione britannica? Vedremo.
In ogni caso, anche alla luce dei nuovi fatti, è difficile immaginare il futuro di Rcs. Anche conoscere le quote del nuovo capitale sociale non basta per avviare la “nuova fase” del gruppo di via Rizzoli. E questo gli azionisti lo sanno. La ricapitalizzazione è solo la fine dell’inizio.
«Ora bisogna vedere quale sarà il futuro assetto azionario. Poi si valuteranno le altre opzioni», ha dichiarato Giovanni Cucchiani, ad di Intesa Sanpaolo. Anche Alberto Nagel, ad di Mediobanca, ha ipotizzato un futuro scioglimento del patto di sindacato. Con una Rcs guidata da un editore puro. Senza banche. Magari con dei partner finanziari. Ma senza la loro ingerenza gestionale. Infatti è già stata fissata una riunione di tutti i soci appena terminato l’aumento. L’obiettivo è decidere (possibilmente in armonia e concordia) il futuro della società che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello Sport.

John Elkann, presidente della Fiat
John Elkann, presidente della Fiat

Tra le numerose incognite e i problemi da risolvere c’è anche la delicata vendita dei periodici. Negli ultimi giorni la Alg (Associazione lombarda dei giornalisti), presieduta da Giovanni Negri, è scesa in campo per opporsi alla vendita dei giornali. Ricordiamo che Rcs ha ceduto cinque testate (Novella 2000, Visto, Ok Salute e il polo dell’enigmistica che comprende 9 giornali) alla Prs di Alfredo Bernardini De Pace. Ma la vendita è «sottoposta alle consultazioni sindacali che saranno avviate a norma di legge». E già il cdr dei periodici e la Fnsi hanno annunciato «strenua resistenza». Per il sindacato interno e quello nazionale la vendita dei periodici rappresenta una violazione degli accordi sindacali presi in sede nazionale. Ma anche un depauperamento della stessa casa editrice che perderebbe professionalità. Per l’ad Jovane, invece, «la cessione ridurrà le ricadute occupazionali ed economiche». Ricordiamo che se non si concluderà la vendita entro il 30 giugno, le testate saranno chiuse.

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome