Rcs-Cairo: un quadro frammentato dietro l’offerta dell’editore

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Un editore puro pronto a scalare uno dei gruppi più importanti del settore: l’operazione Cairo-Rcs non lascia indifferenti Confindustria, Mediobanca e Borsa, ma nemmeno altri possibili pretendenti al trono di Rizzoli

C’era da immaginarselo, il mercato non poteva restare indifferente all’offerta di Urbano Cairo di per la scalata alla maggioranza delle quote di Rcs Mediagroup. Allo stesso modo, anche Confindustria ha deciso di schierarsi a favore dell’editore, già proprietario di La7, Cairo Communication e del Torino.

Venerdì scorso Cairo ha annunciato la sua offerta e lunedì i titoli di Rizzoli sono volati di quasi il 30%. Un andamento che però ha avuto subito oscillazioni ieri, da un calo dell’1% a 0,58 euro ad un rialzo dello 0,34%. Niente di allarmante, per carità. Lo sconvolgimento del titolo di Rcs di lunedì ha portato gli investitori a ragionare sul possibile concambio tra le azioni di Rizzoli e quelle di Cairo Communication.

Al di là dell’andamento della Borsa, le parole del prossimo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, suonano come una sorta di approvazione. A margine di un incontro a Salerno, infatti, Boccia ha parlato della scalata di Cairo alla conquista di via Solferino spiegando che “a prescindere da quello che succederà, si tratta di un’operazione di straordinaria importanza per l’editoria del nostro Paese”. Il presidente degli industriali si è anche soffermato su altri due punti: il fatto che sia un’operazione interamente di mercato è rassicurante, per di più proposta da un editore puro, italiano, che ha dimostrato di saper fare molto bene il suo mestiere.

Uno degli aspetti più interessanti della questione potrebbe essere proprio questo: Cairo è un editore puro. Quanti altri ce ne sono in Italia? Pochi giorni fa Mentana aveva detto dalle pagine del fatto Quotidiano: “Cairo ha il vantaggio di essere un editore puro. Se dovesse andare in porto l’operazione, acquisirebbe la completezza della filiera, con i libri, i periodici, le tv e i quotidiani. Dunque una situazione virtuosa: è una vita che chiediamo editori puri”.

Secondo quanto spiegato dal direttore del Tg La7, in questo modo Rcs si ritroverebbe, per la prima volta dopo trent’anni, con un editore unico. E qui il risultato è un’incognita. Rcs è molto ingombrante per chi come asset principale ha la Cairo Communication: bisognerà vedere quale sarà il rapporto di forze tra l’editore nominale e chi è editore di fatto, nel caso l’operazione vada in porto, cioè chi detiene la maggior parte del credito. Ovvero Banca Intesa. Un conto è un editore, un conto sono due editori, di cui uno è una banca”.

La banca ha dato il suo ok all’Offerta pubblica di sottoscrizione (Ops). D’altronde Cairo già ha rilanciato La7 in una situazione di mercato piuttosto complicata. L’ex amministratore delegato della banca, Corrado Passera, ha rilasciato un’intervista ad Affari Italiani in cui dichiara di avere fiducia in un editore che ha saputo dimostrare di poter risanare un’azienda mentre dall’altro lato, i soci di maggioranza di Rizzoli non hanno “saputo dare prospettive di crescita a Rcs”.

Passera si riferisce a Mediobanca e Fiat. Ma gli altri soci forti come hanno preso la proposta di Cairo? In questo gruppo troviamo Pirelli, Unipol Sai, Diego Della Vale e la famiglia Rotelli. Secondo alcune indiscrezioni nessuno di loro sarebbe intenzionato a cedere proprie quote di Rcs per i titoli di Cairo Communication: l’offerta non valorizzerebbe in maniera adeguata Rizzoli.

Per rassicurare i soci, dopo averli tenuti all’oscuro dell’iniziativa, il patron del Torino nega che la sua offerta su Rcs sia ostile e prova a lanciare segnali di pace: “la nostra è un’operazione di mercato, non un’Opa – offerta di pubblico acquisto – ostile”. In ogni caso, secondo alcuni rumors di mercato potrebbe a breve spuntare un’offerta concorrente. Quello che per ora resta un “mister x” dovrebbe essere Francesco Gaetano Caltagirone, che già controlla l’omonimo gruppo cui fanno capo Il Messaggero, Il Mattino e Il Gazzettino. Ma secondo altre voci, l’identikit dell’uomo misterioso corrisponderebbe in realtà a Diego Della Valle. Più defilata, specie dopo il fallimentare esperimento di Gazzetta Tv, l’ipotesi di un coinvolgimento del gruppo De Agostini.

Per ora Mediobanca non ha dato il suo assenso, ma sembra che si possa trattare solo di una mossa per far aprire di più il portafogli di Cairo spingendolo a passare da un’offerta pubblica di sottoscrizione a un’offerta di acquisto. Secondo queste indiscrezioni Mediobanca starebbe spingendo a favore di una fusione tra la Cairo Communication e Rcs: in questo modo il rilancio di Rizzoli sarebbe assicurato dai fondi dell’editore di La7, ma è molto difficile pensare che l’affare possa andare in porto su una base del genere.

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