RAI, PRIVACY E AGCOM: È INIZIATO IL TOTO-NOMINE. BOCCIATO ZENO ZENCOVICH, IN CORSA ANCHE CATRICALÀ E ANSELMI

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È tempo di nomine per il governo dei tecnici di Mario Monti ma la lottizzazione rischia di non essere molto diversa dal passato.
Antonio Catricalà (foto) è stato per circa sei anni il presidente dell’Antitrust. Ora è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ma i suoi rapporti con il premier sembra si siano incrinati profondamente al punto che – si dice – potrebbe provare a candidarsi alla successione di Corrado Calabrò alla presidenza dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, in scadenza a metà maggio. Certo, se fosse vera la tesi secondo cui Catricalà non è altro che la longa manus berlusconiana all’apice del governo, il passaggio all’Agcom indebolirebbe il Cavaliere a Palazzo Chigi; dall’altra parte però lo garantirebbe in tutta la prossima decisiva partita delle frequenze. Con buona pace dell’idea che gli organismi di garanzia servano a tutelare il mercato dagli abusi di posizione dominante e i consumatori dallo strapotere dei produttori.
Nel caso in cui Catricalà scegliesse di cambiare mestiere, la sua non sarebbe più una candidatura tecnica. E il governo dei tecnici che ne penserebbe di un’operazione così smaccata? Più probabile, allora, che si cerchi un’opzione – appunto – tecnica. Per questo sono cresciute negli ultimi tempi le chance di una promozione di Roberto Viola, attuale segretario generale dall’Autorità, al cui interno ha maturato una lunga esperienza. Difficile che possano farcela, per effetto dei veti incrociati, Vincenzo Zeno Zencovich, considerato troppo vicino a Mediaset, e Fabio Colasanti, già direttore generale Information society and media della Commissione di Bruxelles, e anche per questo ritenuto un tecnico di Romano Prodi. Potrebbero rientrare tutti nella corsa per i quattro posti da consiglieri, insieme a Antonio Martusciello (Pdl, l’unico che potrebbe essere riconfermato), e i tecnici Maurizio Decina (area Pd), Giovanni Valentini (area Pd), Enzo Pontarollo (economista considerato vicino a Monti). Qui, davvero, si metterà alla prova la forza e l’autonomia dai partiti e dalle operazioni di lobby dell’esecutivo dell’ex commissario europeo. Questa è la sua partita. E, come sempre dalla “discesa in campo”, anche quella di Silvio Berlusconi.
Per quanto riguarda la Rai, il consiglio è in prorogatio e rischia di rimanerci. E’ difficile che possa passare l’ipotesi della coppia Giulio Anselmi-Enrico Bondi, con il primo (attualmente presidente della Fieg e dell’Ansa) alla presidenza, e il secondo (grande risanatore di aziende in crisi, l’ultima è stata Parmalat) alla direzione generale. Il Pdl punta alla riconferma di Lorenza Lei che si appresta a farsi votare il bilancio (4 milioni di utile per il 2011, ma una prospettiva molto negativa per il 2012) dall’assemblea convocata peri il 4 maggio.
In scadenza anche l’autorità sulla Privacy. Al posto di Giovanni Pizzetti potrebbe essere nominato l’ex segretario generale dell’authority Giovanni Buttarelli. A comporre la squadra potrebbero arrivare Luigi Manconi (Pd) e Antonio Filati (ex Antitrust in quota Pdl).

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