Una volta tanto il tema della par condicio non emerge alla cronaca per questioni politiche. L’Agcom ha bocciato il ricorso dell’Uaar, associazione che rappresenta l’ateismo e l’agnosticismo. Quest’ultima aveva denunciato uno squilibrio tra i tempi di programmazione dedicati a trasmissioni religiose e gli spazi concessi alle opinioni di chi non ha alcuna fede. L’Uaar, aveva, pertanto, rilevato la violazione del pluralismo audiovisivo. Ma l’Agcom non è di questo avviso. L’Autorità ha elencato una serie di motivi per i quali non si sarebbe verificata alcuna lesione della par condicio. Innanzitutto il pluralismo sociale, secondo il Garante, non va esaminato in base ai tempi fruiti dai soggetti portatori di interessi, ma in relazione alla completezza dei temi oggetto di informazione. In secondo luogo non ci sarebbe alcun obbligo quantitativo da parte della Rai in relazione a temi concernenti la sfera religiosa. In terzo luogo l’Agcom ritiene che le tematiche atee e agnosticiste siano state trattate nell’insieme degli argomenti non religiosi trattati dalla Rai. Infine l’Autorità ha evidenziato la presenza di più confessioni all’interno dello Stato e, di conseguenza, la necessità di vari contenuti televisivi per salvaguardare il fattore religioso. L’Uaar, per bocca del proprio segretario Raffaele Carcano, ha accolto con sdegno la risposta dell’Agcom. Le maggiori critiche arrivano proprio per l’argomentazione riguardante la diversità religiosa. Carcano sottolinea che i due programmi citati dall’Autorità, Protestantesimo e Sorgente di vita, vanno in onda di notte e a fasi alterne. Il segretario Uaar è polemico anche sulla valutazione in merito alla trattazione delle tematiche atee e agnosticiste. Secondo Carcano manca totalmente un approccio culturale della Rai a queste rappresentazioni del fenomeno religioso.
Giannandrea Contieri
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