RAI: CONGELATI GLI STIPENDI DI 9 MILA IMPIEGATI MENTRE LA DIRETTORA ASSUME L’AUTISTA PERSONALE

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«Autisti si nasce, e io modestamente lo nacqui». Così un redivivo Totò potrebbe bollare il fortunato caso dell’autista personale della Lei, assunto come dipendente Rai proprio negli stessi giorni in cui la direttora generale, nell’ambito di un draconiano piano di tagli alle spese, decretava la cancellazione delle auto blu per gli altri dirigenti. Decisione certamente opportuna e forse perfino tardiva, ma che dall’oggi al domani ha lasciato a spasso almeno 70 dei circa 120 “padroncini” che da decenni lavoravano in appalto per l’azienda e che, in quanto “autonomi”, sono rimasti ora privi di qualsiasi forma di paracadute sociale. Come per altre decisioni della gestione Lei, ciò che colpisce è la schizofrenia tra i (tanti) sommersi e i (pochi) salvati: sintomatica fra tutte la politica retributiva che, mentre congela gli stipendi di 9 mila impiegati privati da vari anni del rinnovo contrattuale, ricopre invece d’oro l’inner circle della direttora, a partire dal consistente aumento autoconcessosi dalla stessa Lei.
Una medesima dicotomia tra figli e figliastri impera nella gestione delle redazioni giornalistiche: dallo stato di abbandono di talune redazioni regionali, ridotte al 60-70% della pianta organica per via del mancato turnover nonché prive di ruoli operativi chiave (in due regioni perfino del caporedattore!), si passa all’opulenza obesa del Giornale Radio; una testata ricca di ben 200 giornalisti, dei quali quasi due terzi capi, capetti o graduati.
Già pochi mesi fa il direttore Preziosi era riuscito – unico in Rai fra tutti i responsabili di testata – a ottenere una raffica di nuove promozioni e incrementi retributivi da distribuire alla truppa; adesso ha appena comunicato al comitato di redazione che sta definendo una bulimica riorganizzazione interna che comporterà entro breve un’ulteriore dozzina di avanzamenti di carriera. Lo sognano tutti i giornalisti italiani un direttore così prodigo e generoso (tanto non paga lui…). E dire che nonostante l’organico elefantiaco, la gestione Preziosi ha pensato bene di cancellare dalla prima rete radiofonica una buona metà delle edizioni del gr (tutte quelle delle mezze ore).E così, mentre il segretario Bersani annuncia solennemente che il Pd non parteciperà più a spartizioni con i meccanismi della legge Gasparri per varare il prossimo vertice Rai, giunge invece agli ultimi due mesi di lavoro (si fa per dire…) il cda in scadenza. Ci arriva però in condizione di tale conflittualità da non apparire in grado ne di trovare una soluzione definitiva per il dopo-Minzolini al Tg1, né di dare operatività effettiva alla delibera che in autunno aveva sancito l’unificazione di Televideo, Rai News e Rai Internazionale in un’unica grande rete ali news. Al momento l’unico accordo in vista – e anche qui con non pochi travagli – parrebbe essere quello sulle nomine dei vice di Marcello Masi al Tg2, previste per quest’oggi (tre conferme: Colucci, Pilieci, Tolfa; un ritorno: Marroni; una new-entry: Alibrandi).
Da segnalare inoltre che, in sostituzione dello scomparso Tremaglia, è entrato alla Camera come deputato il consigliere di area Pdl, Verro. Ora ha un mese di tempo per optare fra Parlamento e Rai. Montecitorio è ovviamente più appetibile (se non altro perché il cda scade comunque a marzo), ma la sua uscita anticipata capovolgerebbe i rapporti di forza politici nel vertice di viale Mazzini. Chissà se gli sarà consentito scegliere in piena libertà.

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