La radio cambia, o meglio, anche la radio cambia. Questa straordinaria invenzione del marchese Marconi, a distanza di un secolo dalla sua scoperta, si sta evolvendo verso il digitale. In questo caso non si tratta di una migrazione come per la televisione dall’analogico al digitale, bensì di una semplice aggiunta, vale a dire che a fianco del sistema analogico si aggiungerà quello digitale, mantenendo dunque attive le frequenze radio attuali. Verrà però aumentata la potenzialità di ciascuna frequenza. Infatti, se il sistema analogico consente per ogni frequenza d’avere un unico canale di trasmissione radio, quello digitale consentirà d’avere su ogni frequenza fino a venti canali. Per riuscire a ricevere le nuove frequenze sarà infatti necessario un apparecchio dotato di un sistema ricevitore adeguato alle nuove frequenze digitali (DAB+) contraddistinto da un “bollino” di colore bianco che riporta la sigla ARD, Associazione per la Radiofonia Digitale in Italia www.arditalia.it.
Il suono evolverà nella qualità di trasmissione, si andranno a ridurre ampliamente i problemi di ricezione del segnale e specialmente si potrà consentire a questo storico strumento italiano di entrare nell’era del web, vale a dire di arricchirsi con nuovi programmi, approfondimenti, suoni, riflessioni e interattività.
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