Privacy, niente diritto all’oblio in caso di reati gravi

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Niente diritto all’oblio in caso di reati gravi, se la vicenda giudiziaria si è conclusa da poco e il caso sia ancora di pubblico interesse. Lo ha deciso il Garante della privacy che ha rigettato il ricorso di un uomo che aveva scontato due anni di detenzione perché scoperto in possesso di materiale pubblicato da Al Qaeda sul web. L’uomo, arrestato a suo tempo nel Regno Unito, dopo aver scontato la condanna ha chiesto al Garante della privacy, e prima ancora a Google, di deindicizzare gli articoli che riguardavano la sua vicenda giudiziaria, risalente al 2019. Voleva rifarsi una vita e riteneva che la presenza di notizie sul suo conto potesse impedirgli di raggiungere il suo intento.

Ma il Garante ha deciso che non si può procedere alla deindicizzazione di informazioni recenti quando a prevalere è l’interesse generale alla reperibilità delle notizie a causa della gravità delle condotte poste in essere dall’interessato. E, considerato che l’uomo era stato ritenuto contiguo a una delle organizzazioni terroristiche più temute del pianeta, il requisito della gravità è più che soddisfatto. Inoltre l’authority ha sottolineato che la vicenda si è conclusa, tra condanna e sua espiazione, da troppo poco tempo per essere da considerare risalente nel tempo. Pertanto, il ricorso è stato respinto.

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