PRIVACY E DIRITTO D’AUTORE: GOOGLE SI METTE ALLA PROVA

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Google si testa sul fronte privacy e punisce i siti che violano il diritto d’autore. Dopo la maxi-multa della Ftc si cerca un tecnico per blindare i dati personali. Indicizzazione sconveniente per chi viola il diritto d’autore.
Cercasi Red Team per testare la privacy degli utenti. È questo l’ultima sfida di google. Il colosso di Mountain View sta cercando una squadra indipendente che saggi la sicurezza dei dati del motore di ricerca. Ed è proprio questo che si intende per Red Team. Intendiamoci, Google ha già una “squadra rossa”. Tuttavia ora vorrebbe implementarla con un tecnico specializzato nella protezione dei dati personali. Si tratterebbe di un “disturbatore autorizzato” che testi la sicurezza dei dati degli utenti in tutti gli angoli dei servizi offerti da Google.
Ma perché tutta questa attenzione alla privacy? Probabilmente avrà influito la recente multa della Federal Trade Commission: 22,5 milioni di euro che Google ha accettato di pagare, previo patteggiamento, per aver “spiato” gli utenti di Safari, il browser della Apple. Si è trattato di un duro colpo: la multa più salata che la Ftc abbia imposto ad una società. Per Jon Leibowitz, presidente della Federal Trade Commission, «la multa invia un chiaro messaggio a tutte le aziende: non importa quanto si è grandi o piccole, tutte devono mantenere le proprie promesse sulla privacy dei consumatori».
Da parte sua Google, pur accettando di pagare, non ha rinnegato le proprie ragioni. «Definiamo standard di privacy e sicurezza altissimi per i nostri utenti. La Ftc si è focalizzata su una pagina del centro assistenza pubblicata oltre due anni prima della nostra composizione amichevole e un anno prima che Apple cambiasse la sua politica per la gestione dei “cookies”. Ora abbiamo cambiato la pagina e rimosso dal browser di Apple i “cookies” pubblicitari, che non hanno raccolto alcuna informazione personale», hanno dichiarato da Mountain View.
La multa della Ftc non è stata l’unica pecca di Google sul fronte privacy. Ricordiamo il caso ancora aperto di Street View (il garante australiano ha chiesto la distruzione dei dati raccolti a mezzo WiFi dal servizio di mappatura Street View, in seguito alla clamorosa ammissione di colpevolezza dello stesso gigante californiano) e del social Buzz (chiuso in anticipo per una ipotetica “invasività”).
E poi non bisogna dimenticare che dal 1 marzo 2012 le 60 norme sulla privacy saranno sostituite con una unica normativa. Secondo Google più snella ed efficiente. «è nostro desiderio creare un’esperienza d’uso che sia meravigliosamente semplice e intuitiva per tutti i servizi Google», hanno assicurato, ad inizio 2012, da Mountain View. Ma per attivisti difensori della privacy si tratta di un “trucco” per tracciare ulteriormente gli utenti.
Ma non di sola privacy si occupa Google. Il colosso di Mountain View sta lavorando anche sul diritto d’autore. «Da oggi il motore di ricerca penalizzerà chi viola il diritto d’autore. La punizione sarà una indicizzazione sconveniente. Ma non ci saranno rimozioni indiscriminate». In altre parole cambieranno gli algoritmi di indicizzazione in base alle richieste di rimozione. Più queste ultime abbonderanno più il sito scenderà nelle classifiche. Resta il dubbio su come sarà valutata la serietà delle richieste. Infatti non è peregrino immaginare domande di rimozione a scopo concorrenziale.
Dunque diritto d’autore e privacy: i 2 problemi di Google, ovvero i 2 problemi dell’intero ecosistema del web.

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