Il Consiglio di Stato ha concluso il dibattimento sul caso Europa7, con una lunga seduta, durata oltre tre ore e mezza. L’avvocatura dello Stato ha ribadito la posizione contraria a tutte le richieste avanzate dall’emittente: sia la richiesta di assegnazione delle frequenze che quella del risarcimento danni da parte dello Stato. “La nostra posizione è quella di difesa della pubblica amministrazione da un danno erariale”, ha spiegato l’avvocato dello Stato, Maurizio Di Carlo, al termine dell’udienza.
L’avvocato ha, poi, precisato di “non avere notizie” della lettera con la quale (secondo l’articolo di Marco Travaglio apparso oggi sull’Unità) il ministero delle Comunicazioni dava incarico all’Avvocatura di respingere le richieste dell’editore di Europa 7, Francesco Di Stefano, e di difendere lo status quo: la legge Gasparri e il diritto di Rete 4 (gruppo Mediaset) a occupare le frequenze anche senza concessione. A tal riguardo, lo stesso Gentiloni si è difeso, in una nota, affermando di aver chiesto all’avvocatura generale dello Stato di non contrastare i diritti di Europa 7.
Intanto bisognerà aspettare l’estate per conoscere il parere del Consiglio di Stato sulle richieste avanzate da Europa7: l’assegnazione delle frequenze tv o, in subordine, il pagamento di 3 miliardi di danni, perché assegnataria nel ‘99 di una delle concessioni nazionali.
Fabiana Cammarano
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