Un presidio davanti alla Camera dei deputati, in piazza Montecitorio, per ribadire le proprie ragioni. Una rappresentanza dei 284 lavoratori impiegati nel settore della distribuzione dei quotidiani e dei periodici sul territorio di Roma e che da circa 6 mesi sono rimasti senza lavoro, protesta “contro il rispetto degli accordi e le violazioni di legge nel settore”.
Riuniti in un comitato, seguiti legalmente dall’avvocato Antonio Cardamone, spiegano che i licenziamenti sono frutto di “mere logiche di riduzione dei costi” e non sono stati determinati “da eventuali disservizi o mancanze attribuibili agli addetti, che da decenni svolgevano egregiamente la loro attività con serietà e professionalità”. “Quello che sorprende è che le nuove tariffe che verranno applicate dalla società subentrante nell’appalto, non sono solo inferiori a quelle precedenti ma sono (notevolmente) al di sotto di quelle previste dalle tabelle emanate dal ministero del lavoro. Esse, dunque, verosimilmente, non potranno in nessun modo garantire l’applicazione delle normative fiscali, contrattuali ed economiche ai nuovi lavoratori che saranno reclutati per lo svolgimento del servizio”.
Nel mese di giugno – denunciano – alla Regione è stato siglato un accordo che consentiva l’erogazione della cassa integrazione straordinaria ma, di fatto, ad oggi, solo una parte dei lavoratori ha ricevuto quanto dovuto. Gli altri aspettano e, tra l’altro, la Cassa Integrazione scade nel mese di novembre.
Federica Liucci
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