Se per un prodigio Leonardo da Vinci oggi disegnasse dei fumetti per un libro, i suoi disegni originali sarebbero di proprietà dell’editore e per di più ai fini della tutela del diritto d’autore sarebbe considerato un semplice grafico subordinato alla parte letteraria (lo sceneggiatore). E’ quanto prevede la nostra legge sul diritto d’autore, mai più modificata dal 1941. La necessità di adeguarla al mutare delle esigenze, dopo 70 anni, e di riconoscere al fumetto una sua dignità artistica e di diritto è il fine della proposta di legge (Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di riconoscimento del diritto d’autore relativamente alle opere a fumetti) presentata alla Camera da Fabio Porta, deputato del Pd, primo firmatario.
Il comitato promotore della pdl e i suoi firmatari si riconoscono nella definizione che del fumetto ha dato il grande Hugo Pratt, ovvero di “letteratura disegnata”. Di qui la richiesta di un adeguamento normativo urgente, “talmente grave se si tiene conto che nella vicina Francia la legge sul diritto d’autore viene adeguata ogni anno”.
Tra le altre cose, la proposta chiede che, nella legge del 1941, si aggiunga che “in caso di opere cinematografiche di cartoni animati si considera coautore anche l’autore dei disegni”.
Federica Liucci
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