PRESENTATA MOZIONE AL SENATO A FAVORE DELLE TV LOCALI: IL QUADRO NORMATIVO E REGOLAMENTARE VA RIVISTO

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Dopo le dure parole dell’Associazione Aeranti-Corallo nei confronti di Passera e delle iniziative sul passaggio al digitale terrestre arriva la presa di posizione della Frt.
Per il Presidente, Filippo Rebecchini, il quadro normativo e regolamentare riguardante l’emittenza televisiva locale va ridisegnato. «E’ ormai improrogabile- si legge in una nota – nel nuovo mercato del digitale terrestre, ripensare ad un nuovo modello di sviluppo del settore e ciò può essere fatto solo con l’intervento delle istituzioni e delle aziende televisive locali rappresentate dalle associazioni di categoria».
L’appello prende spunto proprio da una mozione a favore dell’emittenza televisiva locale presentata dal senatore Vincenzo Vita e da altri 20 senatori martedì scorso al Senato che impegna il Governo: 1) ad assegnare almeno un terzo delle frequenze (cioè almeno due frequenze) originariamente destinate al beauty contest alle emittenti locali; 2) a varare prima del periodo estivo norme a tutela del fondo per l’emittenza locale recuperando i tagli e riportando la sua capienza a 150 milioni di euro all’anno a partire già dal 2011 e a dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 10 del decreto-legge n. 323 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 422 del 1993; 3) ad assumere ogni utile iniziativa, anche normativa, affinché l’ammontare dei risarcimenti (misure compensative ed indennizzi), già di per sé inadeguati e insufficienti a ripagare le emittenti locali degli investimenti effettuati per la digitalizzazione delle reti, sia completamente defiscalizzato.
«Nel prendere atto – continua la nota di Filippo Rebecchini – della sensibilità e dell’impegno di alcuni parlamentari – ai quali va il ringraziamento della FRT – nei confronti delle numerose problematiche che interessano le tv locali e gli oltre 5 mila addetti (tra diretti e indotto) impiegati nel settore, non si può non ricordare al Governo che negli ultimi anni sulla materia sono stati discussi e approvati numerosi atti di indirizzo, mozioni e ordini del giorno, sia dalle competenti Commissioni permanenti sia in Aula, che in concreto non sono andati oltre la buona volontà dei firmatari».

Mozione
VITA, ARMATO, BLAZINA, BIONDELLI, CARLONI, CAROFIGLIO, DE LUCA Vincenzo, DE SENA, DI GIOVAN PAOLO, GALPERTI, GARAVAGLIA Mariapia, INCOSTANTE, LEGNINI, MARCUCCI, MARITATI, MAZZUCONI, MORRI, PIGNEDOLI, PROCACCI, SIRCANA, VIMERCATI
Il Senato,
premesso che:
le emittenti televisive locali in Italia sono oltre 600 e, insieme alle radio, raggiungono i circa 1.500 operatori complessivi del settore; rappresentano una realtà industriale che non ha eguali in Europa, garantendo ogni giorno un’informazione legata al territorio, che offre accesso alle realtà produttive locali, a partire dalla piccola e media impresa, e che concorre al complessivo pluralismo delle opinioni;
il passaggio dall’analogico al digitale terrestre ha liberato 6 multiplex(5 per il dvb-t e uno per il dvb-h), ossia i pacchetti di frequenze utilizzabili per la trasmissione televisiva;
per potenziare i servizi web attraverso la telefonia mobile (lte), è stata effettuata nel mese di settembre 2011 una gara per l’assegnazione delle frequenze dello spettro elettromagnetico da destinare ai servizi della banda larga mobile; si sottolinea come le frequenze per le telecomunicazioni siano state recuperate attraverso la riduzione delle frequenze destinate alle emittenti locali: in pratica delle attuali 56 frequenze, 9 sono state sottratte all’emittenza locale;
infatti, i canali 61-69 della banda 800 dovranno essere liberati dalle emittenti locali entro il 31 dicembre 2012; in cambio si concede un indennizzo pari a 175 milioni di euro; tale cifra è stata notevolmente ridotta rispetto alle previsioni iniziali che stabilivano l’assegnazione del 10 per cento degli incassi derivanti dalla vendita delle frequenze alle compagnie telefoniche (asta lte) alle suddette emittenti locali;
di conseguenza, le associazioni di categoria delle tv locali lamentano che la somma loro destinata risulta insufficiente anche solo per coprire i costi sostenuti dalle emittenti per il passaggio al digitale;
il decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, all’articolo 25, comma 1, lettera a), n. 2, modificando la legge n. 220 del 2010, ha disposto che alla scadenza del 31 dicembre 2012 «in caso di mancata liberazione delle (…) frequenze, l’Amministrazione competente procede senza ulteriore preavviso alla disattivazione coattiva degli impianti avvalendosi degli organi della polizia postale e delle comunicazioni»;
le tv locali che rimarranno senza canali potranno affittare uno spazio nei multiplex delle emittenti che hanno mantenuto la possibilità di essere operatori di rete; nonostante ciò, per far transitare il segnale, occorrerà chiedere un passaggio;
il beauty contest, voluto dal precedente Governo, lanciato su analoghe frequenze avrebbe consentito agli aggiudicatari di disporre gratuitamente dello stesso bene pubblico, salvo poterlo rivendere dopo appena 5 anni; tale meccanismo non avrebbe neppure aperto il mercato televisivo a nuovi ingressi, ma consolidato le posizioni dominanti;
il Ministro dello sviluppo economico ha comunicato al Consiglio dei ministri nella riunione del 20 gennaio 2012 la decisione di sospendere per 90 giorni la procedura di assegnazione delle frequenze per avere il tempo di definire al meglio la destinazione delle stesse;
l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione del consiglio del 22 febbraio 2012, ha approvato il piano di assegnazione delle frequenze televisive digitali nelle regioni Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia (delibera n. 93/12/CONS), corrispondente ai territori regionali che saranno oggetto di switch-off nel 2012;
il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha congelato l’attribuzione delle misure compensative finalizzate al volontario rilascio di porzioni di spettro funzionali alla liberazione delle frequenze nella banda 790-862 MHz;
con tre differenti provvedimenti cautelari, i giudici amministrativi hanno, infatti, sospeso il decreto del Ministro dello sviluppo economico varato il 23 gennaio 2012 che dava il via libera all’assegnazione dei canali 61-69 UHF, regolarmente acquistati nell’asta lte pubblica del settembre 2011 (che ha fruttato allo Stato 3,9 miliardi di euro), decreto che assegnava alle emittenti locali 175 milioni di euro per misure compensative e indennizzi per il rilascio dei multiplex digitali operanti su tali canali;
da notizie apparse sugli organi d’informazione il Governo sarebbe intenzionato ad azzerare il beauty contest, con la conseguenza che nessuna frequenza sarà attribuita gratuitamente alle emittenti televisive nazionali; si andrà, quindi, verso una vendita a pacchetti con durate diverse; in particolare la banda larga 700 verrà aggiudicata per un periodo di tre anni dal 2012 al 2015, il resto dei canali più strettamente televisivi sarà assegnato per un periodo più lungo; sarà, quindi, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a stabilire tempi e modalità dell’asta, che potrebbe essere indetta prima dell’estate 2012 se la decisione del Governo passerà l’esame della Commissione europea;
su tale materia il gruppo del Partito democratico è già intervenuto innumerevoli volte con atti di indirizzo e di controllo, discussi ed approvati sia nelle competenti Commissioni permanenti sia in Aula mediante ordini del giorno,
impegna il Governo:
1) ad assegnare almeno un terzo delle frequenze (cioè almeno due frequenze) originariamente destinate al beauty contest alle emittenti locali;
2) a varare prima del periodo estivo norme a tutela del fondo per l’emittenza locale recuperando i tagli e riportando la sua capienza a 150 milioni di euro all’anno a partire già dal 2011 e a dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 10 del decreto-legge n. 323 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 422 del 1993;
3) ad assumere ogni utile iniziativa, anche normativa, affinché l’ammontare dei risarcimenti (misure compensative ed indennizzi), già di per sé inadeguati e insufficienti a ripagare le emittenti locali degli investimenti effettuati per la digitalizzazione delle reti, sia completamente defiscalizzato.
(1-00613)

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