Il Cavallo della Rai, storico simbolo dell'azienda di viale Mazzini
Pluralismo e Libertà prende le distanze dall’esecutivo Usigrai sul caso Annunziata. Se il sindacato dei giornalisti di viale Mazzini, nelle scorse ore, ha licenziato una durissima nota contro il governo, la componente P&L “risponde” con un documento in cui assume tutt’altra posizione. Le critiche piovono su Annunziata e Littizzetto e anche, o forse soprattutto, sull’impostazione della lettura della vicenda data dal sindacato stesso.
I giornalisti affermano. “Conduttori militanti che si contrappongono agli intervistati come se fossero antagonisti politici e sermoni in prima serata a contrastare senza contraddittorio opinioni e temi di primo piano del dibattito politico”. Pluralismo e Libertà interviene a gamba tesa: “I casi Annunziata e Littizzetto, solo gli ultimi in ordine di tempo, restituiscono un’ immagine della Rai non all’ altezza di un Servizio Pubblico rispettoso del confronto democratico, pluralista, libero. Chi oggi urla all’occupazione della Rai lo fa perché da anni detiene, incontrastato, il totale controllo del Servizio Pubblico Radiotelevisivo che dovrebbe invece essere voce e rappresentativo di tutti gli italiani, non propaggine di un solo partito”.
Si tratta di una posizione diametralmente opposta a quella di Usigrai. Che aveva tuonato contro il governo: “La Rai non ha bisogno di nuove occupazioni da partiti e governo ma di una legge di riforma che le impedisca. Serve autonomia e indipendenza per svolgere il ruolo che le è affidato dal contratto di servizio e dalla convenzione decennale quale concessionaria del servizio pubblico. Le occupazioni a targhe alterne, secondo il colore dei governi, che vedrebbero ora l’arrivo di nuovi vertici e una manciata di esterni graditi ai partiti di maggioranza, rischiano di affondare definitivamente la Rai, alla quale servono invece risorse certe e un piano industriale”.
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