“Patata bollente”, condanna bis a Libero. Senaldi: “Pagina nera del giornalismo”

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“Patata bollente”, il titolo anti-Raggi costa una condanna bis a Libero Quotidiano. La notizia è di qualche giorno fa quando il tribunale di Milano ha confermato la delibera del consiglio di disciplina dell’Ordine nazionale dei Giornalisti contro il direttore responsabile del quotidiano guidato da Vittorio Feltri, Pietro Senaldi.

La decisione dei giudici, e prima ancora quella del consiglio di disciplina dell’Odg, non è andata giù a Senaldi che, all’indomani della pronuncia de magistrati, ha scritto un lungo e piccatissimo editoriale.

“Una pagina nera del giornalismo – scrive Senaldi -, non per la sorte della mia trascurabile persona ma per il principio che passa. Un politico che trascorre la vita in vacanza, Alessandro Di Battista, può accusare i giornalisti di essere delle puttane, fare una lista pubblica dei buoni e dei cattivi, a seconda di chi lo incensa e di chi invece lo critica, inventarsi reporter e continuare a scrivere sulle nostre gazzette senza che l’Ordine batta ciglia”. E aggiunge: “Viceversa un direttore, professionista di lungo corso, non può definire uno dei peggiori sindaci che l’Italia ricordi ‘una patata bollente’, ovverosia una grana per sé, il proprio partito e la propria città”.

Quindi l’accusa: “Il nostro Ordine sta facendo con i politici quello che essi hanno fatto con la magistratura: piega il ginocchio, media, non difende la categoria, arriva ad autoprocessarsi pur di compiacere. […] Noi giornalisti, come Ordine, stiamo diventando i cani da guardia del potere. Azzanniamo i colleghi per le loro opinioni, anziché se scrivono balle o sono troppo servili. Non so dove si illuda di portare la categoria chi ha deciso di imboccare questa strada che sfocia nel suicidio”.

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