PARLAMENTO UE DICE NO ALLA LEGGE FRANCESE CHE PREVEDE BLOCCO ACCESSO PER PIRATI SU INTERNET

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Nelle ultime notizie sulle operazioni d’Oltralpe abbiamo riportato la notizia che il disegno di legge voluto da Sarkozy (legge Hadopi) – nuovamente tornato all’esame del Parlamento francese – contiene una minaccia per gli utenti colti a scaricare contenuti illegali, ai quali verrebbe sospesa la connessione a Internet pur continuando a pagare l’abbonamento. Anche se il testo fosse approvato, la legge potrebbe comunque risultare in contrasto con quanto disposto nella “Raccomandazione sulle libertà fondamentali su internet” approvata a larga maggioranza dall’Europarlamento, che esclude la disconnessione forzata per gli utenti colti in flagrante.
La Raccomandazione afferma che Internet dà pieno significato alla definizione di libertà espressione (ad esempio attraverso i blog) sancita attraverso dall’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – in particolare nella sua dimensione “senza limiti di frontiera” – e che la lotta al crimine non può giustificare l’uso, da parte dei poteri pubblici, di tecnologie di sorveglianza che ledano i diritti fondamentali coinvolti nel mondo di Internet (rispetto per la vita privata e la protezione dei dati personali). Inoltre nella Raccomandazione, il Parlamento europeo chiede “di procedere all’adozione della direttiva sulle misure penali finalizzate al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, dopo aver valutato, alla luce delle attuali ricerche sull’innovazione, fino a che punto sia necessario e proporzionato e vietando nel contempo, in vista di quest’obiettivo, il controllo e la sorveglianza sistematici di tutte le attività degli utilizzatori su Internet e garantendo che le sanzioni siano proporzionate alle infrazioni commesse”.
Ma la guerra alla linea adottata dalla Francia sembra essere appena cominciata. È di oggi la notizia che il Parlamento europeo ha votato contro l’ipotesi di bloccare l’accesso a internet alle persone scoperte a scaricare illegalmente, musica, film e video, senza un provvedimento di un tribunale. I deputati europei hanno approvato un emendamento che prevede che i diritti basilari degli utenti delle rete non possono subire restrizioni senza l’intervento della magistratura. L’emendamento contrasta con la previsione della legge francese di creare una nuova agenzia statale con il compito di inviare delle e-mail di avvertimento ai sospetti “pirati” e di sospendere l’account se la persona in questione fosse scoperta per più di due volte a mettere in atto download illegali.

E, se questo non bastasse, ad agitare ancora di più le acque è l’arrivo, nell’Europarlamento, del partito “pirata” nato in Svezia a inizio 2006 e ora più forte che mai. Il “Piratpartiet”, in lizza con 20 candidati per le Europee di giugno, ha il suo candidato anche in Italia. Si chiama Alessandro Bottoni, 48 anni, consulente informatico, technical writer e segretario del Partito pirata italiano. Bottoni vuole arrivare a Strasburgo per difendere i “diritti digitali” degli internauti europei, perché “è ormai inevitabile riconoscere al privato cittadino il diritto di creare copie di file multimediali, siano essi film o brani musicali e anche di distribuirle senza scopo di lucro”.

Rick Falkvinge, leader del Piratpartiet, che chiede una riforma completa del diritto d’autore e la fine dei monopoli, ha detto alla Bbc News che “in termini di adesioni” è “ora il quarto partito più forte in Svezia”: “Se votassero tutti coloro che sono arrabbiati con la sentenza di Pirate Bay allora otterremmo almeno un deputato”, ha aggiunto, riferendosi alle elezioni del 6-7 giugno.
Fabiana Cammarano

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