PAR CONDICIO, VIGILANZA APPROVA REGOLAMENTO. VALE ANCHE PER MONTI. ZAVOLI: «TROPPI SGARRI IN RAI»

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La commissione di Vigilanza della Rai ha approvato ieri il regolamento per la par condicio elettorale. Anche Mario Monti sarà considerato come un politico. Sergio Zavoli, presidente della commissione: «Troppa autonomia ai direttori. Fatti troppi sgarri». Stabilite anche le fasci orarie per le tribune politiche e per le conferenze stampa. Un emendamento stabilisce la parità di genere.
Anche la Vigilanza si è adeguata alle norme stabilite dall’Agcom. I tempi di apparizione in tv saranno contati anche per Monti. Il primo effetto ci sarà già domenica 6 gennaio. La presenza a L’Arena di Massimo Giletti è stata annullata. Una misura più cha altro simbolica. Infatti il dg Rai, Luigi Gubitosi, e il cda del servizio pubblico aveva già deciso di vietare la presenza dei politici in tv nei giorni di festa, quindi anche all’Epifania.
L’approvazione del regolamento per la tv pubblica non è stata una impresa facile. Ci sono volute 7 ore e lo studio di oltre 100 emendamenti (presentati soprattutto dalla Lega e dai Radicali) per arrivare ad una conclusione. Il presidente della Vigilanza, nonché relatore del documento, Sergio Zavoli, ha approfittato dell’occasione per fare una “tirata d’orecchie” ai responsabili dell’informazione della Rai: «Ai direttori di tv e reti è stata data troppa autonomia. Ci sono stati evidenti sgarri nel rispetto della par condicio». La quale, vale la pena di ricordare andrebbe rispettata sempre. Non solo nel periodi di voto. E soprattutto dalla tv pubblica. Zavoli, probabilmente, pur non facendo nomi, ha voluto sottolineare la presenza eccessiva sul servizio pubblico di Silvio Berlusconi e di Monti. Le quali apparizioni erano già state oggetto di numerose critiche bipartisan: il Pd per la “invasione” mediatica del Cavaliere; il Pdl per l’eccessiva presenza del Professore.
C’è da ricordare che il regolamento della Vigilanza, quindi vincolante solo per la Rai, è stato “l’ultimo arrivato”. Infatti l’Agcom aveva già approvato, come di sua competenza, le regole per le emittenti private il 28 dicembre. E già l’Autorità, nel articolo 7 del testo, accomunava Monti agli altri politici. Infetti il suddetto articolo prevede che le regole per la par condicio sono efficaci anche per le personalità non candidate, ma che sono comunque riconducibili ad una precisa fazione politica. Fa parte della cerchia anche Bebbe Grillo. Ma il leader del Movimento 5 Stelle si esclude da solo dai salotti televisivi.
Ma il nuovo “duplice” ruolo di Monti poteva complicare le cose. E così è stato fino a ieri. Quando la Vigilanza non aveva ancora dato precise disposizioni riguardo le apparizioni mediatiche dell’ex premier. In effetti il Professore gode di una doppia “licenza” di apparizione: una di matrice politica e una istituzionale. In altre parole come federatore di una lista a lui ispirata e come Capo (“tecnico”) del governo uscente. Ma ora anche in Rai l’ex premier non potrà collezionare presenze. Le apparizioni riconducibili ai ruoli istituzionali saranno ridotte al minimo.
Il regolamento della commissione bicamerale ha anche stabilito le fasce orarie per le tribune politiche: dalle 17 alle 19 e dalle 7 alle 9 (quest’ultima fascia oraria è una novità). Per le conferenza stampa l’intervallo indicato è dalle 21 alle 22,30. Le regole sono valide sia per i leader delle coalizioni che per le liste collegate. Inoltre un emendamento di Flavia Perina, esponente di Fli, ha introdotto la anche la parità di genere per le apparizioni mediatiche. Ovvero dovrà essere dato lo stesso spazio agli uomini e alle donne. Bisogna precisare che il testo varato dalla Vigilanza, anche se coerente con quello dell’Agcom, è vincolante solo per la Rai. O meglio lo sarà nel momento in cui verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (ovvero entro i primi giorni della settimana prossima). Per gli altri network valgono i dettami dell’Autorità.
C’è da precisare che tali regolamenti potrebbero anche essere superflui. Il pluralismo politico, l’equità, imparzialità del sistema radiotelevisivo sono regole già contemplate nella legge n.28 del 2000 (la legge sulla par condicio), dagli articoli 3 e 7 del d-lgs n.177 del 2005 (parliamo del Testo unico della radiotelevisione) non prevedono un periodo “franco” dagli obblighi di pluralismo, equità e imparzialità.
In fondo, in un Paese civile e democratico, la par condicio o c’è sempre o non c’è mai.

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