Par Condicio. Francesco Storace contro la Rai

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cavallo raiDopo le invettive per niente edulcorate dal punto di vista lessicale di Beppe Grillo, oggi diamo spazio a quelle altrettanto decise e dirette di Francesco Storace. Il leader de La Destra ha lamentato il fatto che nessuna rete Rai abbia dato visibilità alla convention del suo partito che si sta tenendo da ieri ad Orvieto. L’ex presidente della Commissione bicamerale vigilanza sulla Rai (dettaglio ’storico’ non da poco) ha tuonato su Twitter, ma non solo, parlando esplicitamente di censura.

L’avversario (sconfitto) di Zingaretti alle recenti elezioni regionali del Lazio ha spiegato, come riporta il suo Il Giornale d’Italia:

Arrivato stamattina ad Orvieto per la ripresa dei lavori del comitato centrale de La Destra ho trovato ben due telecamere. Erano della Rai, una del tg umbro, l’altra comune al Tg1 e al Tg2. Mi hanno chiesto la classica “battuta”, da chiudere nei soliti dieci inutili secondi. Ho risposto grosso modo così: ‘Siete un’azienda di merda che ieri non si è fatta vedere’.

Così il vulcanico Storace (che sarà ricordato ai posteri anche per aver apostrofato pubblicamente e ripetutamente ‘maiale’ l’ex compagno’ di partito Gianfranco Fini) si è elegantemente negato alla tv pubblica.

Poi ha aggiunto:

Oggi le telecamere c’erano solo per le proteste che abbiamo annunciato, ci saranno iniziative determinate, certamente pacifiche, persino sotto le abitazioni dei dirigenti Rai. Ma non ci interessa la carità del servizio pubblico; ieri c’era tutta la destra italiana, noi, Fdi, Fli, pezzi importanti del Pdl, Io Sud, Magdi Allam, Coesione Nazionale, Azione popolare, la Fiamma tricolore, ma i cronisti zelanti che paghiamo noi non c’erano (…) A notte, il Tg2 ha dovuto recuperare qualche file dal Giornale d’Italia. Che vergogna, che pena. Per questo, ho detto di non far salire telecamere a riprendere i nostri lavori odierni.

Non è finita, perché in conclusione sono arrivate altre velenose parole:

C’era larghissima parte del nostro comitato centrale, ma non ci facciamo prendere in giro dai lottizzati. Abbiamo un valore da custodire: la nostra dignità. Chi fa carriera strisciando davanti ai potenti che li nominano, non può sapere di che si tratta.

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