La (grande) partita con gli Over the Top, che poi è (anche) la grande partita dell’informazione e dell’editoria, si gioca in Europa. Parola del sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’editoria Alberto Barachini che ieri ha partecipato al Forum Pa 2025 al Palazzo dei Congressi a Roma. Barachini ha spiegato che “questa preoccupazione, cioè la preoccupazione che il mondo dell’informazione venga dominato da questi contesti internazionali ha riportato l’attenzione sulla difesa dei sistemi editoriali nazionali: la Francia è molto sensibile, altri Paesi lo erano meno e adesso lo sono di più”. Il sottosegretario ha svelato che c’era un certo scetticismo su quest’impostazione: “Oggi giochiamo una partita internazionale con i grandi over the top e con l’intelligenza artificiale che è appannaggio ovviamente, come tutti sanno, a livello di innovazione, di Stati Uniti e Cina soprattutto”. Ciò comporta, per Barachini, la necessità di rafforzare l’Unione tra gli Stati membri: “La sfida più importante è stare uniti a livello europeo perché abbiamo di fronte due grandi conflitti internazionali, quello mediorientale e quello ucraino. Serve che i Paesi dell’Europa capiscano che la nostra forza è stare insieme, avviare un percorso comune stando in contatto con la fedeltà atlantica e gli Stati Uniti, ma aperti perché è un grande momento di grande cambiamento internazionale. Quindi anche il tono della nostra comunicazione e il tono del nostro impegno politico devono andare in questa direzione”.
Ma gran parte dell’intervento di Barachini al Forum Pa è stato dedicato, come era ampiamente prevedibile, all’intelligenza artificiale e alla normativa che il governo si appresta a presentare: “Il disegno di legge è stato un lavoro collettivo del governo, molto importante e dal nostro punto di vista, e ha avuto il supporto di una persona straordinaria – che ringrazio ogni volta negli interventi pubblici – che è il padre Paolo Benanti, consigliere della tecnologia per l’innovazione di Papa Francesco, che ha condiviso con noi una relazione che poi è entrata a far parte del disegno di legge. È già stato votato al Senato e che oggi deve avere il via libera alla Camera, sperabilmente entro giugno”. Ma non basta: “In qualche modo – ha sottolineato Barachini – questo disegno di legge anticipa e devo dire fa anche un passo in avanti rispetto all’AI act europeo perché intanto difende fermamente il copyright – che è la principale preoccupazione del mondo dell’informazione rispetto all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa – e poi introduce una qualche specie di reato nuova, quella del deepfake. Il deepfake ci interessa molto rispetto al tema di oggi perché è nato, come molti fenomeni tecnologici e digitali, come fattore quasi ludico, quasi di distorsione della realtà, ma non dannosa, in realtà è un fenomeno estremamente pericoloso, estremamente critico, perché va a minare il rapporto di fiducia tra i cittadini e l’informazione. Se si consuma quel rapporto di fiducia tra un cittadino e l’informazione, tra un cittadino e i corpi intermedi – che siano il giornalismo, che siano il corpo sanitario, che siano il corpo amministrativo – si rischia una disillusione del cittadino che poi diventa distratto dalla partecipazione democratica come vediamo anche nel calo delle persone che partecipano alle consultazioni elettorali. È estremamente rischioso. Quindi creare una partecipazione di reato del deepfake vuol dire sensibilizzare il mondo dell’informazione ma anche il mondo dei grandi over the top tecnologici, a proteggere questo rapporto di fiducia”.