Ossigeno consegna una ricerca su mafia e giornalismo al presidente Mattarella

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Nel corso della cerimonia del Ventaglio, che si è svolta oggi giovedì 30 luglio al Quirinale, Alberto Spampinato e Giuseppe F. Mennella, direttore e segretario di Ossigeno per l’Informazione, hanno consegnato in anteprima al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una copia della ricerca dal titolo L’antitesi mafia-informazione realizzata su incarico della Commissione Parlamentare Antimafia nell’ambito dell’indagine su “Mafia, giornalisti e mondo dell’informazione”, affidata a un Comitato che sta concludendo i lavori in questi giorni discutendo la relazione finale del vicepresidente Claudio Fava. Lo studio di Ossigeno sarà reso pubblico dopo l’approvazione del documento finale. La ricerca approfondisce le cause del fenomeno delle intimidazioni rivolte ai giornalisti, fornisce dati specifici, offre una rassegna di opinioni sulle questioni più controverse. La ricerca opera un inquadramento giuridico dal fenomeno e indica evidenti vuoti legislativi che rendono debole e insicura la condizione di chi raccoglie e diffonde informazioni di pubblico interesse. Inoltre avanza una serie di proposte per rendere meno rischioso il lavoro dei cronisti. Di seguito una sintesi delle proposte principali: creare uno sportello unico nazionale al quale denunciare le minacce rivolte ai giornalisti; codificare i criteri di assegnazione delle scorte; definire un codice di comportamento condiviso da direttori ed editori sulle misure di protezione integrative da aggiungere a quelle delle forze dell’ordine e sull’impegno di dare visibilità alle vittime di minacce; sviluppare il giornalismo di squadra per ridurre il rischio personale dei cronisti che seguono le vicende più delicate; maggiore trasparenza sull’assetto proprietario dei giornali; indagine speciale sull’informazione a Roma e nel Lazio. Il monitoraggio attivo di Ossigeno per l’Informazione eseguito a partire dal 2006 ha censito oltre 2300 giornalisti e blogger colpiti da intimidazioni e minacce a causa del loro lavoro. “Oltre a rompere il silenzio su un numero di minacce così alto – ha detto Spampinato – è necessario adottare specifiche misure di protezione per i giornalisti, occorre rafforzare le indagini di polizia, individuare e punire chi minaccia i cronisti, aggiornare leggi arcaiche come quella che punisce la diffamazione con il carcere. Tutto ciò, fra l’altro, è chiesto all’Italia da recenti Risoluzioni delle Nazioni Unite, da impegnativi documenti del Consiglio d’Europa e dalla costante giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo”.

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