Ordine Fvg archivia esposto su Carta Firenze. Assostampa e precari sul piede di guerra

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Convocata assemblea Assostampa Napoli
Assostampa e Odg friuliano ai ferri corti
Assostampa, precari e Odg friuliano ai ferri corti

“Il Consiglio di disciplina territoriale dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia ha archiviato – a quasi un anno dalla sua formalizzazione e senza aver sentito né i firmatari né i testimoni indicati – l’esposto ai sensi della Carta di Firenze presentato dall’Assostampa e dal Coordinamento precari del Fvg riguardante le condizioni di lavoro dei giornalisti freelance in regione”. In una nota, il sindacato dei giornalisti esprime “sconcerto per la pilatesca decisione, motivata in quanto non si ritiene di poter identificare giornalisti responsabili di violazioni deontologiche, e che sembra ispirata da una logica del ‘così fan tutti'”.
Assostampa sottolinea in particolare che “pur riconoscendo la gravità della situazione, il Consiglio di disciplina sottolinea più volte che le retribuzioni generalmente riconosciute nei maggiori giornali del Friuli Venezia Giulia sono frutto di accordo fra le parti, come se i rapporti di forza fra aziende e collaboratori fossero paritari e i termini contrattuali non venissero imposti ai collaboratori”.
Il sindacato critica inoltre il fatto che nelle motivazioni “si avventura in considerazioni economico-amministrative interne alle testate, anziché concentrarsi sulle proprie competenze deontologiche a tutela dei colleghi. Ma soprattutto nega l’applicabilità della Carta di Firenze affermando, contrariamente alla tesi consolidata nell’Ordine nazionale, che il provvedimento mancherebbe di un regolamento attuativo, e collega inoltre la Carta all’iter di definizione dell’equo compenso ai sensi dell’omonima legge, e ciò nonostante non vi sia alcuna interdipendenza legale fra i due strumenti”.
Assostampa Fvg e Coordinamento giornalisti precari e freelance “valuteranno in tempi celeri quali nuove azioni e iniziative intraprendere per veder tutelati i diritti dei tanti collaboratori che ogni giorno lavorano con retribuzioni che offendono la loro dignità personale e la stessa professione giornalistica”.

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