OGGI IN COMMISSIONE CULTURA CAMERA INTERROGAZIONE PER SALVARE QUOTIDIANO “IL ROMANISTA”

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Accadde questo (dal sito de il Romanista):

Nel 2004 questo giornale, questo piccolo glorioso giornale unico al mondo, era nato sul presupposto economico di superare il traguardo dei tre anni e guadagnare così il diritto ai cosiddetti “contributi dell’editoria”, ovvero, ogni anno, il rimborso di circa il 50 per cento dei costi. In questo modo i conti sarebbero tornati in equilibrio e i romanisti avrebbero avuto per sempre il loro quotidiano. Qualcosa però non ha funzionato. Un intoppo burocratico, diciamo così. La questione non è semplicissima ma vale la pena di seguirci.
Siamo partiti il 10 settembre 2004 e quindi tre anni dopo, il 10 settembre 2007, abbiamo vinto la nostra maratona. Ma era solo la prima tappa. La legge prevede infatti che è da quel momento in poi che si maturano i contributi. E quindi, per il 2007, li abbiamo maturati dall’11 settembre al 31 dicembre. In tutto, 450 mila euro. Poco, nulla rispetto alle decine di milioni di euro che tutti i giornali percepiscono ogni anno in base alla legge sull’editoria. Ma per noi quella somma era, è la vita. E ce l’eravamo meritata tutta.
Nel gennaio 2008 abbiamo presentato regolare domanda, che abbiamo integrato a giugno con il bilancio 2007, approvato e certificato. Il 27 ottobre la Commissione tecnica del dipartimento editoria della presidenza del Consiglio ha dato parere favorevole, ma il capo del dipartimento ha deciso di chiedere un ulteriore parere all’Avvocatura dello Stato. Perché? Perché mentre “Il Romanista” faceva la sua corsa, qualcuno aveva cambiato le regole, senza tener conto di chi era già partito. La data da tenere a mente è il 23 dicembre 2005. Una norma contenuta nella legge finanziaria ha eliminato, a partire dal 1 gennaio 2006, la possibilità di concorrere ai contributi per le società a responsabilità limitata controllate da cooperative; e ha alzato il termine dopo il quale si ha diritto ai contributi da tre a cinque anni per tutte quelle società editrici costituite dopo il 31 dicembre 2004. In pratica, ci avevano messo fuorigioco. Se non fosse che il 29 dicembre, e quindi ben dentro i termini delle nuove norme, I Romanisti si sono trasformati in cooperativa. E quindi per ogni singolo giorno di vita di questo giornale, abbiamo rispettato i requisiti richiesti dalla legge. Perché questa è una trasformazione, lo spiegano anche i manuali di diritto privato.
Ma torniamo al 2008, l’autunno del 2008. Il parere dell’Avvocatura, richiesto a ottobre, non è arrivato a novembre, non è arrivato a dicembre. E’ arrivato a metà gennaio, quando la cooperativa aveva naturalmente ormai quasi esaurito le risorse per andare avanti (essendo questa una vera cooperativa di giornalisti, senza nessun finanziatore occulto alle spalle). A metà gennaio l’Avvocatura ha dato il suo parere ed è stato negativo, spostando il nostro diritto ai contributi a partire dal 29 dicembre 2008 (invece che dall’11 settembre 2007).
Una decisione ingiusta, illegittima e illogica che abbiamo subito impugnato al Tar. Ma qualche giorno fa il Tar ci ha risposto: ci ha detto che non è urgente, ci ha detto di fare ricorso ordinario. Altri sei, nove mesi forse. Un termine che purtroppo non possiamo aspettare. E quindi abbiamo presentato un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, sperando che capiscano l’urgenza di privare la città di un quotidiano che ha quasi cinque anni di vita, di privare i tifosi della Roma di un punto di riferimento, di beffare tutti quei creditori che ci hanno dato fiducia, che hanno creduto in noi e in questo progetto. Ma soprattutto speriamo che qualcuno capisca l’urgenza di privare 20 famiglie di un posto di lavoro che è stato costruito e difeso ogni singolo giorno con la serietà di ciascuno dei nostri giornalisti, delle nostre segretarie, della nostra amministrazione. Il Consiglio di Stato deciderà nei prossimi giorni. Ma intanto il 1 marzo andremo in edicola per l’ultima volta. Sperando di tornare presto, sperando di restarci per sempre”.

Questa l’interrogazione del deputato Ciocchetti che si discuterà oggi alla Commissione Cultura della Camera:

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-01094
presentata da LUCIANO CIOCCHETTI

lunedì 9 marzo 2009, seduta n.142

CIOCCHETTI. –
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
– Per sapere – premesso che

la società cooperativa di giornalisti «I Romanisti» è l’impresa editrice della testata giornalistica del quotidiano sportivo Il Romanista, registrata in data 20 febbraio 2004 presso la sezione stampa del Tribunale civile di Roma (n. 60) e pubblicata a partire dal 10 settembre 2004;

ai sensi dell’articolo 3, comma 2-bis della legge n. 250 del 1990 (legge editoria), i contributi previsti dalla legge a favore delle cooperative giornalistiche sono stati concessi anche alle imprese editrici di giornali quotidiani costituite nella forma delle srl, la cui maggioranza del capitale fosse detenuta da cooperative, purché fossero dalle stesse rispettati i requisiti di cui alle lettere b), c), d), e) e g), del comma 2 dell’articolo 3;

per accedere ai contributi, tali imprese debbono: aver editato la testata da almeno tre anni; aver acquisito, nell’anno di riferimento dei contributi, entrate pubblicitarie non superiori al 30 per cento dei costi complessivi risultanti dal bilancio; aver adottato come norma statutaria il divieto di distribuzione degli utili nell’esercizio di riscossione dei contributi e nei dieci esercizi successivi; aver sottoposto l’intero bilancio di esercizio di riferimento dei contributi alla certificazione di una società di revisione scelta tra quelle indicate dalla Consob;

la legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006) ha modificato la disciplina delle provvidenze per l’editoria limitando la possibilità di accedere a detti contributi alle sole imprese proprietarie delle testate destinatarie dei contributi e costituite in forma di cooperative di giornalisti. Il requisito temporale per accedere ai benefici è stato, inoltre, innalzato da tre a cinque anni, ma esclusivamente per le imprese editrici costituite ex novo nella forma della società cooperativa dopo il 31 dicembre 2004;

al fine di adeguarsi alla nuova disciplina, mantenendo il diritto a percepire i contributi nel termine dei tre anni di cui all’articolo 3, comma 2, lettera b), la società «I Romanisti» srl, ha provveduto in data 28 dicembre 2005, ad acquisire la proprietà della testata Il Romanista e, in data 29 dicembre 2005, a trasformarsi in società cooperativa, con la denominazione «I Romanisti s.c.»;

pertanto, l’impresa editrice della testata Il Romanista ha mutato la sua veste giuridica da società a responsabilità limitata a società cooperativa, esercitando, senza soluzione di continuità, l’attività di editore della suddetta testata, iniziata il 10 settembre 2004;

con nota del 29 settembre 2008, la predetta società ha presentato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, istanza per vedersi riconosciuto il diritto alla erogazione dei contributi pubblici ex legge n. 250 del 1990;

a tale istanza la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, ha risposto con una nota del 19 gennaio 2009, con la quale ha disposto che «(…) in conformità al parere reso dall’Avvocatura Generale dello Stato, con nota CS 44047/08, Sez. I, codesta impresa ha maturato il diritto a percepire i suddetti contributi a decorrere dal 29 dicembre 2008 e cioè al compimento del triennio di edizione della testata dopo la trasformazione in Società Cooperativa»;

in altri termini la società avrebbe diritto ai contributi a partire dal 29 dicembre 2008 e non, come dalla stessa richiesto, a partire dal 10 settembre 2007: ciò in quanto il requisito temporale richiesto dalla legge – il triennio di edizione della testata – nell’assunto dell’amministrazione decorrerebbe soltanto dal 29 dicembre 2005, data in cui l’impresa editrice è stata trasformata da società a responsabilità limitata a società cooperativa;

la trasformazione di un ente non determina la creazione ex nunc di un nuovo soggetto di diritto, ma piuttosto l’assunzione di una diversa veste formale da parte dello stesso. L’articolo 2498 del codice civile dispone, infatti, che: «Con la trasformazione l’ente trasformato conserva i diritti e gli obblighi e prosegue in tutti i rapporti anche processuali dell’ente che ha effettuato la trasformazione» -:

se non ritenga di adottare ogni utile provvedimento al fine di annullare il provvedimento della Presidenza del Consiglio dei ministri del 19 gennaio 2009, con il quale è stato negato alla società cooperativa il diritto a percepire i contributi ex legge n. 250 del 1990 a partire dalla data del 10 settembre 2007, in quanto si ritiene che l’applicazione delle norme fatta dall’amministrazione si basi su un’inammissibile ed erronea commistione fra la costituzione dell’impresa editrice e la trasformazione della sua veste giuridica. (5-01094)

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