Nuovo concorso in Rai, scoppia la protesta del Comitato idonei 2019. In una lunga nota, il comitato attacca la scelta dell’amministratore delegato Carlo Fuortes e fa le pulci anche all’Usigrai che, alla scelta dell’ad, aveva reagito applaudendo. Il documento degli idonei dell’ultimo concorso è preciso e puntiglioso. “Ci ha lasciato davvero sorpresi leggere in questi giorni le dichiarazioni dell’Amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, dell’Usigrai e del coordinamento Cdr TgR su un possibile nuovo concorso per giornalisti Rai. Dichiarazioni sorprendenti perché l’Azienda e il Sindacato dei giornalisti della Rai non sanno, o fanno finta di non sapere, che il concorso bandito nel 2019 è tutt’altro che concluso, che la Rai non ha neanche finito di assumere i 90 vincitori e che ci sono numerose graduatorie pubblicate nel 2021 in corso di validità dalle quali l’Azienda, come espressamente previsto dal bando della Selezione Giornalisti Professionisti 2019, può assumere in caso di necessità e carenze di organico”.
Secondo il Comitato: “È lo stesso Sindacato a citare “gli accordi sugli organici della TgR (rinnovati a maggio 2022)” e la necessità di garantire i trasferimenti alle testate nazionali che negli ultimi cinque anni – tra esodi incentivati, pensionamenti non sostituiti e trasferimenti – hanno perso quasi 100 unità. La risposta c’è già: ci sono circa 100 giornalisti inseriti nelle graduatorie pubblicate l’anno scorso e già selezionati dalla Rai con un concorso lungo e oneroso che ha coinvolto circa 3.700 professionisti”. Ma non basta: “Si legge nelle dichiarazioni dell’Usigrai: “Non si può rischiare di avere un vuoto tra la scadenza di febbraio delle vecchie graduatorie e la pubblicazione delle nuove”. Nessun rischio e nessun vuoto: il Comitato idonei concorso Rai 2019 chiede da mesi la proroga e lo scorrimento delle graduatorie regionali del 2021, che altrimenti rischierebbero di scadere tra febbraio e maggio 2023”.
Per il comitato: “La richiesta di utilizzare effettivamente e prorogare le graduatorie di almeno un anno – arrivando all’esaurimento delle stesse o al limite alla pubblicazione di nuove graduatorie valide per la TgR – va incontro alle esigenze dell’Azienda, evitando di creare qualsiasi vuoto tra la scadenza delle “vecchie” graduatorie e la pubblicazione delle nuove, che difficilmente avverrebbe prima di un anno. L’Ad Fuortes afferma di dover cominciare a ragionare sul “giornalismo nel mondo digitale, su RaiPlay, cambiare il linguaggio ed essere in grado di attrarre di più il pubblico giovanile”. I giornalisti idonei e le giornaliste idonee hanno superato nell’ultimo concorso una rigorosa selezione proprio sulla base delle loro competenze nell’ambito dei nuovi media e della crossmedialità”.
E quindi l’attacco al sindacato: “L’Usigrai parla di tempistiche che devono essere brevi perché, “come ci ha insegnato l’esperienza dell’ultima selezione pubblica, i tempi tecnici per arrivare alle assunzioni sono lunghi”. Una nuova selezione pubblica significa predisporre e pubblicare un bando, espletare le procedure concorsuali e definire nuove graduatorie, con migliaia di candidati, spazi da gestire, nuovi vincitori e idonei, e necessariamente i tempi si allungherebbero. Per questo invitiamo il Sindacato ad appoggiare con forza la nostra richiesta di proroga portandola al centro di un confronto serio con l’Azienda, considerando che la proroga rappresenta per la Rai la possibilità di assumere, fin da subito e senza costi aggiuntivi, giornalisti già valutati dall’Azienda stessa come idonei”.
Infine la conclusione: “Siamo d’accordo anche noi con Fuortes: “Il servizio pubblico deve dare il buon esempio”. Che lo faccia, allora. In tempi di crisi non può essere sottovalutato l’aspetto economico, soprattutto considerati i bilanci Rai sui quali la Corte dei Conti si è espressa di recente con la richiesta all’Azienda di contenere le spese. Bandire, organizzare e realizzare un nuovo concorso richiede un considerevole impegno in termini di risorse economiche, dell’ordine dei milioni di euro. La proroga delle graduatorie del concorso andrebbe nella direzione indicata dalla Corte. Infine, alla luce di un “Piano di prepensionamenti dell’Azienda per immettere nuove risorse giovani”, sbandierato a più riprese in questi ultimi mesi, abbiamo ripetutamente chiesto di avere dati sui prepensionamenti e sulle carenze di organico delle redazioni regionali. Nessuno ci ha mai risposto. “Servono impegni concreti” sostiene l’Usigrai. Come non essere d’accordo. E cosa c’è di più concreto di poter assumere, già a partire da oggi, professionisti selezionati dalla Rai proprio per le necessità di cui parla Fuortes? Il Sindacato appoggi dunque la nostra battaglia per il rafforzamento del servizio pubblico senza più alcuna esitazione. E senza spendere neanche un euro”.
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