NUOVA DIRETTIVA MEDIA AUDIOVISIVI E TV. C’È TEMPO FINO A DICEMBRE 2009

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Ci sarà tempo fino a dicembre 2009 per dare attuazione alla recente nuova Direttiva europea in materia di servizi di media audiovisivi. E il Governo italiano, nell’attuare la direttiva entro il 19 dicembre 2009, dovrà decidere se adottare una normativa più restrittiva. È quanto emerge dal seminario giuridico tenuto ieri a Roma nell’ambito del Consuntivo 2007 del Comitato TV e minori, che ha rappresentato l’occasione per illustrare la direttiva europea 2007/65 del dicembre scorso e alcuni suoi nodi problematici.
La Direttiva stabilisce principi comuni a tutti i servizi audiovisivi salvo riservarne un’applicazione più rigida alle emissioni in linea (fornite per la visione simultanea sulla base di un palinsesto). I programmi televisivi devono rispettare dunque la disciplina già prevista dalla Direttiva Televisione senza frontiere con la sola eccezione, rileva la docente, dei programmi trasmessi a richiesta nel momento scelto dell’utente (video on demand) che sono soggetti a una normativa più elastica. La parte nuova della disciplina relativa ai servizi audiovisivi non lineari, si legge nella relazione della docente, “li assoggetta a limiti minimi basati sulla tutela dei minori tanto nelle comunicazioni commerciali, quanto negli altri programmi”. In particolare, “la Direttiva prevede che i programmi suscettibili di “nuocere gravemente” ai minori debbono essere messi a disposizione in modo da escludere che questi vi assistano normalmente”.
Sono invece mantenuti fermi il divieto di trasmettere programmi che possono nuocere gravemente ai minori e il divieto di trasmettere programmi che possano semplicemente nuocere, “salvo che per l’orario o per l’esistenza di mezzi tecnici sia escluso che essi vi assistano normalmente”. In base alla Direttiva, però, gli Stati potranno anche applicare norme più severe. Così il Governo italiano che nel dare attuazione alla Direttiva entro dicembre 2009 dovrà decidere se adottare norme più severe specialmente per la nuova disciplina della pubblicità televisiva. Dalla Direttiva – rileva la docente – emerge inoltre che le forme di autoregolamentazione, se in via di principio possono essere più efficaci, possono rivelarsi insufficienti e dunque dovranno essere sostituite dal forme di co-regolamentazione. E dunque il problema può richiedere “la predisposizione di organismi e di procedure di effettiva co-decisione, nei quali tutti i soggetti pubblici e privati interessati possano svolgere i rispettivi ruoli”. Al centro dell’attenzione, e fra i problemi applicativi, c’è dunque la classificazione preventiva dei prodotti da parte delle emittenti e l’istituzione di un organismo preposto alla verifica preventiva dei prodotti televisivi.
Fabiana Cammarano

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