NUBI SU REPUBBLICA. DIETRO DE BENEDETTI, IL NULLA: MANCA UN MANAGEMENT CHE GUIDI LA RISTRUTTURAZIONE

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Sono nubi nerissime quelle che si addensano sopra Repubblica. Il recente report di Mauro Baragiola, analista di Citigroup, certifica senza mezzi termini che nell’attuale situazione, con i lettori del quotodiano cartaceo in continuo calo e la crisi degli investimenti pubblicitari, la foliazione del quotidiano va ridotta da 60 a 20 pagine, riservando l’attualità al web e realizzando una struttura più snella e più orientata al web.

Al di là delle considerazioni dell’analista sulle barricate della lobby dei giornalisti, che farebbero di tutto per contrastare una ristrutturazione ormai necessaria, un altro ostacolo al cambiamento è senza dubbio nella mancanza di un management forte che potrebbe prendere in mano il timone e guidare un sanguinoso piano basato su tagli e sacrifici che ormai sembrano improcrastinabili.

Difficile che possa farlo Carlo De Benedetti, legato a una visione ultratradizionalista dell’editoria. E se anche il vecchio manager decidesse di farsi da parte, dando il via al rinnovo dei vertici (dopo la recente scomparsa di Carlo Caracciolo), all’orizzonte non si vede chi possa subentrargli, visto che i figli dell’Ingegnere sembrano coltivare ben altri interessi: Rodolfo ha più il pallino per la finanza che per l’editoria; Marco, con un lungo passato in Telecom Italia, è ora Managing Director del gruppo statunitense di private equity Carlyle; Edoardo fa il medico in Svizzera.

Non aiuta in tal senso nemmeno l’uscita dal gruppo dell’ex a.d. Marco Benedetto, un manager che ha fatto la storia dell’editoria italiana, sostituito da Monica Mondardini, proveniente dal settore assicurativo e focalizzata sul controllo dei conti, più che sui prodotti editoriali.
Vincenza Petta

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