NOMINE RAI: ZAVOLI SCRIVE A DI PIETRO

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«Onorevole Di Pietro, Le sono debitore di una risposta alla lettera in cui mi esorta ad assumere iniziative che, in vista dell’elezione di 7 consiglieri assegnata dalla legge alla commissione da me presieduta, dovrebbero a Suo avviso conferire un più sensibile gradi di conoscenza, in una speciale seduta della Bicamerale, dei curricula inviatici da circa 320 cittadini della Repubblica. A tale riguardo mi permetta di ricordare che questa procedura – conferendo alla Commissione una modalità non prevista dalla legge – per ciò stesso conterrebbe il rischio, oltre che di una sorta di “esproprio” di un compito spettante al singolo parlamentare, anche di incorrere in una qualche violazione della normativa a tutela della privacy». Inizia così la lettera inviata dal presidente della Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, ad Antonio Di Pietro, per rispondere alle richieste del leader dell’Idv.
«Ciò premesso, reputo invece di doverLe segnalare di aver introdotto, entro i limiti delle facoltà consentitaci, un congruo margine di tempo per lasciare ai Commissari – di fronte al crescente numero dei curricula, che, dai 37 iniziali, sono saliti a più di 300 – la possibilità di poterne prendere visione e ricavarne le riflessioni conseguenti con una disponibilità temporale adeguata all’adempimento», aggiunge Zavoli.
«Nel corso di due uffici di presidenza – continua Zavoli – ho esplicitamente citato la Sua richiesta, seppure limitandomi, ma fruttuosamente alla parte, quella agibile, delle Sue attese. In tal modo, il ricorso al ‘sistema curricula’, che ha mostrato di doversi emendare di qualche imprecisione (e relative difficoltà), in questa fase iniziale dell’iniziativa ha tuttavia potuto esprimere due valori – sottolinea il presidente della Vigilanza Rai -: un considerevole numero di autocandidature porta la firma di personalità che credo abbiamo voluto riconoscere e testimoniare la fondatezza di un principio che ha palese valenza democratica, sia pure nell’avvio comprensibilmente complesso e, qua e là, controverso; in secondo luogo, l’aver voluto partecipare al primo, concreto tentativo della politica di voler fare il famoso ‘passo indietro’ nel rapporto con la Rai, restando ovviamente aperto il problema di dare un altrettanto palese ed efficace significato al ‘passo avanti’, cioè in ordine alla vocazione culturale e civile di una Azienda che riceve la sua prima identità dall’essere statutariamente ‘incaricata’ di un Servizio pubblico».«E d’ora in poi, a maggior motivo, dovrà porre a tutti il dovere di confrontarsi con la qualità di un rinnovamento condiviso dalla parte più sensibile e responsabile dell’opinione pubblica.
Mi auguro, Onorevole, che Ella vorrà intendere la volontà, sommaria ma trasparente, di questa lettera. Con viva cordialità, Sergio Zavoli».

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