NOMINE AGCOM: MANCA UN GIORNO. NULLA DI FATTO. SARẢ PROROGA?

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Niente trasparenza, niente discussioni sui curricula pubblicati. Almeno per ora. Mancano 24 ora alle nuove nomine e l’unico “passo in avanti” sembrerebbe l’accordo notturno tra Pd e Pdl per spartirsi le nomine. E se fosse così, sarebbe anche inutile la votazione in Camera e Senato.
«Senatori e Deputati della Repubblica appaiono condannati ad agire da burattini di legno, chiamati a ratificare la scelta dei loro segretari e di Montecitorio. Un ruolo svilente e mortificante», ha dichiarato Guido Scorza, avvocato, giornalista ed esperto di diritto delle nuove tecnologie.
Un ritorno alla malsane logiche spartitorie che sembra far male. Perché, mai come questa volta sembrava che ci fosse l’intenzione di procedere con trasparenza e valutando le singole competenze. E invece no. A quanto pare che pochi uomini di pochi partiti abbiano la meglio su migliaia di cittadini. Emblematico è il caso di Stefano Quintarelli, il candidato preferito dalla rete e da Confcommercio, nonché sostenuto dal Terzo Polo e da parlamentari sparsi in vai gruppo. Bene, ora Quintarelli, pur essendo stato il “padre” dell’internet commerciale in Italia, sembra fuori dal giro dei nomi che conta.
Quei pochi partiti di cui prima sarebbero il Pd e il Pdl, a cui si è aggiunto l’Udc, uno “strano trio”. Il Pd sosterrebbe Maurizio Décina e Antonio Sassano, due ingegneri esperti in nuove tecnologie. Il Pdl caldeggerebbe Antonio Martusciello, già dirigente Mediaset e commissario Agcom per il settennato 2005-2012,, e Antonio Preto, parlamentare europeo di lungo corso. E poi ci sarebbe l’Udc che con la spartizione sopracitata sarebbe fuori, visto che l’Autorità consta di 4 membri. Il centro, dunque, vorrebbe escludere Sassano e piazzare al suo posto un suo esponente, non si sa quale. «Siamo ancora qui a parlare di logiche di scambio tra Pd e Pdl. Si tratta di patti osceni, ma al momento non credo realisticamente che i partiti possano essere tagliati fuori», ha dichiarato Angelo Guglielmi, direttore di Rai3. Come dire: la lottizzazione è una pessima abitudine, ma non se ne può fare a meno. E non finisce qui. Inoltre per Guglielmi ci sarebbe una sorta di «do ut des» con le nomine Rai. In altre parole i partiti si spartirebbero le poltrone che contano nel mondo dei mass media. Provocatoria è anche un’affermazione del quotidiano Italia Oggi: «senza lottizzazione sulle Autorità c’è rischio caos», con buona pace dei propositi di trasparenza e della democrazia. Tuttavia c’è chi confuta tutti i cattivi pensieri riguardanti al Pd. Si tratta di Arturo Parisi, deputato democratico. «Nel caso dell’Agcom rivendicare al Pd un proprio rappresentante equivale a riconoscere a Berlusconi di nominarne uno suo», ha affermato Parisi secondo cui le scelte partitiche implicherebbero un conflitto di interesse. In tutto ciò Mont avrebbe già scelto il presidente: Angelo Cardani, professore di economia, bocconiano doc, amico ed ex collega dell’attuale premier.
Dunque, a poche ora dal voto, sembra che ci dovremmo accontentare della finta trasparenza. Le regole sulla pirateria, l’asta per le frequenze e la costruzione della banda larga e larghissima sono problemi “troppo importanti” per la democrazia.
Sarebbe utile una nuova proroga per ricordare a Parlamento e Governo che l’Italia è un paese di diritto?

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