Facebook vince il primo round contro l’amministrazione repubblicana della Florida. C’è un giudice a Miami. Che dà ragione alle multinazionali digitali contro il governo dello Stato del Sud degli Usa. Sullo sfondo il ban contro l’ex presidente Donald Trump e la libertà d’espressione per i politici e i cittadini. Violata, secondo la politica. Lecita secondo la magistratura americana.
Facebook in Florida ha ottenuto la sua vittoria sfruttando proprio il primo emendamento che riguarda la libertà d’espressione. I giudici federali, infatti, hanno bloccato la nuova legge della Florida. Proprio sulla base di questo principio. Secondo i magistrati, il primo emendamento non limita i diritti delle entità private che non esercitano funzioni di servizio pubblico tradizionale. Insomma, Facebook è un’azienda privata e fa ciò che vuole sui suoi spazi digitali. E la sua libertà va tutelata, secondo la corte americana, anche perché la moderazione non è un momento di censura tout court bensì un equilibrio di idee tra privati. Del quale nulla deve interessare al governo.
La Florida aveva disposto una legge contro cui si era alzata la voce di tutto il mainstream. Avrebbe previsto multe fino a 250mila dollari per le indebite sospensioni degli account politici. E avrebbe previsto, inoltre, la possibilità per i cittadini di far ricorso nel caso si sentissero discriminati. Sia sotto il profilo privato che economico. Le campagne di “boicottaggio” che viaggiano sui social, infatti, procurano danni inenarrabili alle aziende e non solo in America. Ma il giudice ha bloccato tutto. Facebook e Twitter esultano.
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