Modena. Il Pd a fianco delle edicole chiede chiarezza sulle liberalizzazione

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Comunicato Stampa

edicola piccolaNel territorio della provincia di Modena sono in funzione all’incirca 300 edicole. Nel tempo la legislazione in vigore che ne regola le aperture si è complicata per la sovrapposizione di provvedimenti le cui disposizioni non sono state armonizzate. Ora le consigliere provinciali Pd Grazia Baracchi e Marina Vignola hanno presentato in Consiglio provinciale una interpellanza che ha per oggetto proprio la richiesta di una maggiore chiarezza sulla legislazione che regola l’apertura delle edicole. Nel testo si ricorda che alla legge sull’editoria si sono ora affiancate la Direttiva europea sui servizi proposta dall’ex Commissario per la Concorrenza Bolkestein e il decreto del Governo Monti sulle liberalizzazioni del marzo 2012. Il ruolo in materia affidato agli Enti locali è oggi davvero poco chiaro. Nel giugno dell’anno scorso la Regione Emilia-Romagna era intervenuta precisando che, in tema di regime autorizzativo, i Comuni non dovevano più seguire criteri economici, ma solo “quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori e dell’ambiente”. E’ alla luce di tutto questo che le consigliere Pd Baracchi e Vignola chiedono all’assessore provinciale competente “di chiarire quali siano le competenze in merito degli Enti locali e di farsi portavoce presso la Regione e, tramite essa, presso la Conferenza Stato-Regioni, della richiesta di rendere chiara e coerente la normativa”. “Proprio perché condividiamo lo spirito dell’attuale normativa, che liberalizza l’accesso al mercato della vendita di stampa quotidiana e periodica, – spiegano le consigliere Baracchi e Vignola – riteniamo che la stessa normativa, coerentemente con i suoi intenti, debba garantire il corretto equilibrio di concorrenza nel mercato, oggi di fatto alterato. Le edicole tradizionali sono infatti tenute ad esporre le testate di tutti gli editori, quindi 3-4000 testate, mentre nei punti di vendita della Grande Distribuzione sono esposte al massimo 2-300 testate, quelle alto-vendenti. Inoltre, il prezzo delle pubblicazioni è fissato dagli editori, non garantendo tra l’altro significativi vantaggi ai consumatori. Ne consegue – continuano le consigliere Pd – che l’impianto dell’attuale normativa non favorisce una sostanziale apertura del mercato e lo sviluppo di una reale concorrenza, penalizzando invece quella rete di punti vendita esclusivi che con il loro lavoro ed il loro impegno quotidiano, assicurano la diffusione della stampa. Auspichiamo quindi un impegno a livello nazionale affinché vengano poste parità di condizioni e operatività tra la grande distribuzione e gli edicolanti”.

 

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