Alla conferenza di fine, anzi ormai di inizio anno, Giorgia Meloni parla del suo rapporto con la stampa e mette qualche puntino sulle i. Almeno da parte sua. La premier ha rigettato le accuse di chiusura rispetto ai giornalisti e ha rilanciato sottolineando il lavoro che il suo esecutivo, per il tramite del dipartimento per l’editoria, sta facendo per le testate giornalistiche. “Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa e dunque per la democrazia”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che ha aggiunto: “Un po’ mi stupisce che si metta insieme nello stesso intervento l’idea che questo governo intenda comprimere i diritti della stampa da una parte, e dall’altra si cita l’opera svolta dal Dipartimento per l’ editoria guidato dal sottosegretario Barachini che rappresenta l’intero governo”.
Meloni ha poi proseguito affrontando il tema delle poche conferenze stampa effettuate da presidente del Consiglio: “Sento dire spesso che io non risponderei abbastanza alle domande dei giornalisti. Ho chiesto a Fabrizio Alfano di fare a spanne un calcolo delle domande cui ho risposto nel 2024, sono 350: più di una domanda al giorno. Ho fatto una scelta di non partecipere alle conferenze stampa al termine del Cdm: una scelta precisa, data soprattutto dal fatto che da un lato si accusa il governo di eccessivo leaderismo, dall’altro si dice che Giorgia Meloni al governo è da sola”. “Ma Meloni – ha concluso la premier – al governo non è sola e credo sia giusto che i ministri che hanno lavorato ai provvedimenti siano anche i ministri che poi ne parlano”.
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