”Continuo a pensare che rinominare il nuovo vertice dell’azienda con questo modello di governance voglia dire non aiutare la Rai a liberarsi, sia in termini di efficienza, sia dai partiti. E questo penso sia un errore”. In questo modo, in un’intervista, il ministro ombra del Pd per le Comunicazioni Giovanna Melandri ribadisce la necessità di rinnovare il vertice Rai solo dopo una riforma della legge Gasparri, che definisce attualmente la governance del servizio pubblico radiotelevisivo.
Posizioni già note quelle del ministro ombra del Pd, che sottolinea però di voler parlare soprattutto dopo aver conosciuto l’esito del vertice di domani tra il segretario Veltroni e i maggiorenti del partito, convocato per definire la linea in vista del via libera del Pdl all’elezione di Leoluca Orlando alla presidenza della Commissione di Vigilanza, che si riunisce sempre domani alle 15.
Un via libera che secondo i maligni sarebbe stato scambiato con l’avallo del Pd sulla riforma della governance Rai, proposta nei giorni scorsi dal sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani. Riforma gradita in particolare al segretario Veltroni perché, nel solco di quanto da lui proposto mesi fa sull’amministratore unico, prevede il rafforzamento dei poteri del direttore generale e una ridefinizione delle reciproche competenze di Cda e dello stesso dg.
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