«Entro il 25 agosto il Governo deve presentare un regolamento di delegificazione in materia di contributi all’editoria. Si tratta di una semplificazione rispetto ai criteri di erogazione dei finanziamenti all’editoria che tengono presenti la valorizzazione effettiva della vendita delle diverse testate e la valorizzazione del lavoro giornalistico all’interno delle redazioni. Ad oggi non sappiamo a che punto sia la redazione del provvedimento, nè se tale scadenza verrà rispettata. Questo nonostante gli impegni che il sottosegretario on Bonaiuti, in occasione della sua audizione in Commissione Cultura della Camera dei Deputati, aveva assunto». Lo afferma in una nota il Presidente di Mediacoop Lelio Grassucci.
«Tale impegno -ricorda Grassucci- prevede di consultare tutti i soggetti interessati e le loro associazioni nella fase di redazione del decreto che porterà la firma del Presidente della Repubblica. Bonaiuti aveva, inoltre, sottolineato che in materia di editoria avrebbe ricercato il consenso anche dell’opposizione. Questa consultazione fino ad oggi non c’è stata, così come non ci risulta che sia stata coinvolta la Commissione Cultura della Camera, come espressamente richiesto dalla sua Presidente a conclusione della seduta di audizione mercoledì 2 luglio ultimo scorso. Richiesta, tra l’altro -sottolinea Grassucci- avanzata da molti deputati di maggioranza e di opposizione, nei loro emendamenti, poi decaduti a seguito del voto di fiducia. Nell’attesa di poter conoscere il regolamento, che si suppone in corso di definizione, e di esprimere le nostre valutazioni, ci permettiamo, allo stato attuale, di avanzare alcune osservazioni formali».
«Restando, in ogni caso, convinti della incostituzionalità di alcune norme contenute nell’articolo 44 del decreto legge 112 del 25 giugno 2008, le cui motivazioni avremo modo di argomentare in altre sedi ed occasioni – prosegue il presidente di Mediacoop- vogliamo sommessamente ricordare che il regolamento di delegificazione non potrà superare i confini stabiliti nei principi e criteri direttivi,che sono esclusivamente due: assicurare »comunque la prova dell’effettiva distribuzione e messa in vendita della testata, nonchè l’adeguata valorizzazione dell’occupazione professionale». (Adnkronos)
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