Mattarella: “Quotidiani locali rendono salda l’informazione”

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Il Capo dello Stato Sergio Mattarella è tornato a sottolineare l’importanza e il ruolo decisivo dei quotidiani, e in special modo quelli locali, per la tenuta della democrazia in Italia. Ieri, il Presidente della Repubblica è stato a Messina a celebrare i 70 anni della Gazzetta del Sud. Nell’ambito della cerimonia, in cui ha ricevuto un premio, Mattarella ha voluto rimarcare, ancora una volta, come sia decisivo e strategico il ruolo dei giornali che, sui territori, si fanno antenna e sentinelle di democrazia.

Parole importanti, quelle pronunciate dal Capo dello Stato. E che dovrebbero essere ben presenti nel dibattito politico e culturale nazionale. Che, troppo spesso, indulge a sirene demagogiche e populistiche. Finendo per causare danni portando gente palesamente inadeguata, come è accaduto ad esempio con la nomina di Vito Crimi (che menava vanto di “informarsi su Telegram”) a sottosegretario all’editoria, a ruoli istituzionali delicatissimi.

Mattarella ha affermato: “Va sottolineato come la presenza di testate di quotidiani radicati nel territorio con un forte rapporto con le comunità territoriali rendono più saldo il sistema informativo del nostro Paese e sono un presidio di democrazia e partecipazione”. Dunque ha dichiarato. “Questa attività del mondo giornalistico, del mondo dell’informazione sottolinea ogni giorno in più l’importanza della sua indipendenza. Lo abbiamo visto in ogni circostanza in cui le vicende degli avvenimenti pongono delle sfide alla coscienza del Paese, del mondo,a ciascuno di noi”.

Le gravissime vicende che ormai da anni si snodano attorno all’Italia, e all’Europa, ribadiscono come la democrazia non sia un dato acquisito. Ma, al contrario, rappresenta una conquista che va difesa. A ogni costo e tutti i giorni. Non bastano le parole ma occorrono i fatti. Non si può “appaltare” a gigantesche multinazionali un settore così delicato. Non si può far finta di nulla, girarsi dall’altra parte. Perché, prima o poi, l’algoritmo può colpire chiunque. E la democrazia, che si svela nel pluralismo delle fonti e nella qualità dell’informazione, va praticata e non affidata a un software caricato a molla a seconda dell’interesse economico di Facebook o di Google.

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