MANOVRA. VOTATI GLI ORDINI DEL GIORNO. MARTEDI’ CAPIGRUPPO SENATO DECIDE CALENDARIO LAVORI

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Nella seduta di ieri, la Camera ha votato gli ordini del giorno collegati al manovra economica triennale (decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112) (C1386). Ma si è trattato di una formalità, dopo che il governo ha ottenuto il voto di fiducia (323 sì, 253 no). Secondo il calendario stabilito dal governo, il provvedimento dovrebbe, dopo il voto finale, passare al Senato. Il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, ha fatto sapere che sarà la conferenza dei capigruppo del Senato, convocata per martedì prossimo, a decidere il calendario dei lavori dell’assemblea sulla manovra economica. Ha poi precisato che ”non essendo ben chiaro neppure quanto il provvedimento giungerà dalla Camera alla commissione Bilancio” si è deciso di riaggiornarsi nel pomeriggio di martedì prossimo per vedere a che punto sono i lavori sul provvedimento, e fissare il suo inizio esame da parte dell’Aula. L’orientamento si conferma, comunque, quello di proseguire l’attività fino all’8 agosto prossimo.
Intanto le critiche ai tagli imposti dalla manovra si sollevano da più parti, non solo dal mondo della carta stampata. ”Depressiva, non trasparente, una bomba a frammentazione di cui con il tempo si pentirà anche chi oggi la vota”, l’ha definita Pierluigi Bersani, ministro ombra dell’Economia, nella dichiarazione di voto a nome del Pd. L’opposizione sostiene che il maxi-emendamento collegato alla manovra ”non rafforza il potere d’acquisto, le retribuzioni e non prevede risorse per il rinnovo dei contratti”. Per Bruno Tabacci, Udc, ”la manovra ha una chiara impronta statalista e la cosiddetta Robin tax è solo un solletico per i petrolieri”. Molto critici i sindacati. ”La manovra è sbagliata e inadeguata – ha dichiarato il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni – perchè penalizza lavoratori, pensionati e il futuro del paese”.
”Il Governo mette in campo una manovra economica che anziché affrontare la crisi ne accresce la dimensione. E’ una manovra fatta essenzialmente di tagli, priva di strumenti efficaci per ridare un minimo di potere d’acquisto ai salari, per contrastare il vento della stagflazione”. Ha affermato Franco Narducci (Pd), vicepresidente della commissione esteri della Camera e presidente dell’UNAIE (Unione Nazionale delle Associazioni di Immigrazione ed Emigrazione). ”E in un tale contesto -aggiunge Narducci- il governo anziché rafforzare la ricerca scientifica e l’istruzione li frena con tagli per circa 1,4 miliardi al Fondo di funzionamento ordinario per i prossimi cinque anni. Ma così si tagliano le prospettive di crescita dell’Italia e non si affrontano le sfide del futuro”.
Fabiana Cammarano

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