MAFIA: CASO DE MAURO; SENTITI GIORNALISTI A ROMA

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«All’epoca della sparizione di Mauro De Mauro si disse che sapeva troppe cose sulla fine di Enrico Mattei, che avesse lavorato per raccogliere materiale sul caso del fondatore dell’Eni perchè il regista Rosi voleva farne un film, che sarebbe stato rapito da una cosca mafiosa perchè intendeva scrivere articoli su una famiglia, forse quella dei Bontade». Lo ha dichiarato il giornalista Gianpaolo Pansa al processo per l’omicidio del giornalista dell’Ora, scomparso nel 1970. Pansa, all’epoca inviato della ‘Stampa, è stato sentito a Roma come testimone con altri giornalisti, che si occuparono del caso De Mauro, dai giudice della corte di assise di Palermo che stanno giudicando per quell’omicidio Totò Riina, oggi collegato con l’aula Occorsio del tribunale in videoconferenza. Alfonso Madeo, cronista del ‘Corriere della Sera ha detto che «per un periodo De Mauro, per questioni interne al giornale, fu trasferito dalla cronaca allo sport e poi fu spedito a Catania come corrispondente. Lì forse era latitante Liggio e può darsi che De Mauro avesse preso contatti con lui per intervistarlo e fare il solito ‘scoop»’. Infine Mario Pirani, un tempo dirigente dell’Eni, ha riferito le modalità di un accordo italo-algerino per la realizzazione di un gasdotto che poi non fu realizzato.

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