“Renato Soru, editore dell’Unità, dovrebbe spiegare in maniera chiara e trasparente, ai lettori e alla redazione, i motivi per i quali Antonio Padellaro lascia la direzione del quotidiano”. E’ il pensiero di Marco Travaglio, il quale chiarisce che il problema non è rappresentato da Concita De Gregorio ma dall’assenza della motivazione per cui Padellaro debba passare il testimone. “Dal comunicato della proprietà – spiega il giornalista, collaboratore storico dell’Unità – non riesco a capire quali siano le ragioni per le quali Padellaro debba andar via. La parola multimedialità non mi dice niente e, anzi, mi fa venire l’orticaria. Sostanzialmente non viene spiegato nulla, fermo restando che la scelta rientra nelle prerogative dell’editore”.
Travaglio insiste sulla necessità di capire la ratio di questo avvicendamento: “Di solito, i direttori vengono mandati via se hanno fatto male, per la linea editoriale e o per i conti. Sui conti, nulla si può rimproverare a Padellaro, costretto a fare un giornale con quattro soldi, le classiche nozze coi fichi secchi”. Dunque, resta la linea politica seguita da Furio Colombo prima e da Padellaro poi: “È preoccupante che il disegno avviato tre anni fa con la cacciata di Colombo e rimasto incompiuto per la continuità garantita dalla direzione Padellaro, venga ora completato. Il problema non riguarda Concita De Gregorio, che è un’ottima giornalista e che mi auguro faccia benissimo, ma quello di capire i motivi per cui Padellaro debba andar via. Questo aspetto è per me motivo di preoccupazione e di incredulità. Oggi si chiude un ciclo di un giornale che si era risollevato dopo che il partito dei Democratici di Sinistra lo aveva affossato. Temo che a Padellaro, come prima a Colombo, i campagnucci della parrocchietta non vogliano far pagare gli eventuali errori, tutti da dimostrare, ma i meriti di un giornale che in questi anni è stato troppo libero e aperto per i loro gusti”.
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